Cosenza, il palazzo Edera non sarà più un ecomostro
Palazzo dei Bruzi ha chiesto all'Aterp di completare lo scheletro dell'edificio che sorge a San Vito Alto nei pressi dell'A2, fermo dal 1999. Sarà destinato ad alloggi popolari, lo ha annunciato il sindaco Caruso
«Il terreno su cui sorge il fabbricato della società Edera Srl appartiene al Comune di Cosenza. Abbiamo chiesto all’Aterp di completare lo scheletro esistente così da destinarlo all’edilizia residenziale pubblica». Lo ha annunciato il sindaco Franz Caruso martedì pomeriggio nel corso dell’incontro avuto con i cittadini del rione di San Vito. L’idea bolle in pentola da mesi, vale a dire da quando Palazzo dei Bruzi tramite l’assessore all’Urbanistica Pina Incarnato ha avviato con la Regione interlocuzioni finalizzate a contrastare l’emergenza abitativa.
La struttura, un ecomostro che dà il benvenuto a chi svincola a Cosenza Sud dopo aver percorso l’A2, attende di conoscere il proprio destino dai primi anni del nuovo secolo a margine di un contenzioso che ne cristallizzò i lavori e spostò la discussione in tribunale a furia di carte bollate. Palazzo dei Bruzi conta di ricavare almeno una quindicina di alloggi da destinare alle famiglie meno abbienti, purtroppo sempre più numerose in città. Il piano di fattibilità è al vaglio del comitato di sicurezza che ne sta analizzando i contenuti.
La storia del fabbricato Edera Srl a Cosenza
Nel 1999 l’allora sindaco di Cosenza Giacomo Mancini bloccò i lavori sull’edificio della società Edera Srl, che faceva capo agli imprenditori Pietro Citrigno e Fausto Aquino. Contestualmente avviò la procedura per l’abbattimento di due piani ritenuti abusivi sul fabbricato di San Vito Alto. I tecnici comunali riscontrarono che, anziché realizzare in conformità alla concessione edilizia rilasciatale un edificio di 4 piani con 16 alloggi, ne realizzò uno di 6 piani con 24 alloggi. Partì una disputa legale tra il Comune di Cosenza e i legali rappresentanti a cui fu messo un punto il 19 gennaio 2018.
Il Consiglio di Stato accolse le ragioni sostenute dal Comune ed accertò in via definitiva la decadenza della società Edera Srl dal diritto di superficie del terreno comunale sul quale vigeva un assoluto divieto di modifica della destinazione d’uso. La sentenza del Consiglio di Stato concluse così un lunghissimo procedimento giudiziario risalente come detto alla fine degli anni novanta.
A seguito di una prima ordinanza di demolizione, fece seguito il provvedimento di immissione nel possesso di quanto abusivamente realizzato e, una volta disposta la trascrizione nei registri immobiliari, Palazzo dei Bruzi avviò, portandola ad esecuzione, la demolizione dei piani realizzati abusivamente. Nel 2001 il Tar della Calabria annullò, per vizi formali, i provvedimenti comunali e nel 2009 Edera Srl cedette l’immobile in locazione all’ASP di Cosenza, per fini diversi da quelli della destinazione d’uso. Nel 2010 il Comune, attraverso un primo provvedimento dirigenziale, dichiarò la decadenza dalla concessione edilizia e, con un secondo provvedimento, di poco successivo al primo, dichiarò l’estinzione del diritto di superficie per decadenza della relativa concessione.
Il pronunciamento del Consiglio di Stato nel 2018 accolse le ragioni di Palazzo dei Bruzi e respinse il ricorso di primo grado proposto da Edera Srl davanti allo stesso Tribunale Amministrativo regionale che nel 2010 aveva accolto un reclamo avverso i provvedimenti dirigenziali del Comune. Di conseguenza il Comune di Cosenza acquisì, oltre alla proprietà del terreno, su cui si è pronunciato il Tribunale civile di Cosenza con sentenza n.1188 del 2015, anche la proprietà del fabbricato a suo tempo realizzato con contributi pubblici a fondo perduto. Già all’epoca, in un comunicato, si paventava la possibilità di utilizzare la struttura per scopi di edilizia sociale.