mercoledì,Maggio 29 2024

Ciacco (Pd): «All’Annunziata garze nell’addome e infermieri in fuga»

Il consigliere comunale e provinciale (Pd) chiede al commissario De Salazar se sia vera la notizia della "dimenticanza" e come è gestito il blocco operatorio

Ciacco (Pd): «All’Annunziata garze nell’addome e infermieri in fuga»

Il consigliere comunale, e provinciale, del Pd Giuseppe Ciacco interviene ancora una volta sulla difficile situazione che vive l’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Lo fa in una lunga lettera dove adombra una serie di vicende davvero preoccupanti. Lo fa, ovviamente, non per puntare l’indice contro tutto il personale sanitario costretto a lavorare nella situazione che tutti conosciamo, ma per ribadire come servirebbe ben altro piglio nella gestione del nostro hub provinciale.

Infatti il consigliere si rivolge direttamente al commissario, Vitaliano De Salazar, ponendogli alcune domande che, se avessero effettivo riscontro, sarebbero davvero inquietanti. «Formulo al dott. De Salazar – scrive infatti Ciacco – alcuni sintomatici punti di domanda. Dott. De Salazar, è vero che, in quel blocco operatorio, può capitare, anche di recente, che, all’esito di un intervento chirurgico, nell’addome di un paziente, venga dimenticata una garza di 5 cm, poi rimossa, sottoponendo lo stesso paziente, magari previa esecuzione di tomografia computerizzata, a intervento chirurgico d’urgenza? E’ vero che, nel blocco operatorio dell’Annunziata, può capitare che la conta delle garze, in palese violazione delle linee guida ministeriali, venga effettuata – incredibile a dirsi e a credersi – dal solo operatore socio-sanitario e, per di più, in assoluto silenzio? E’ vero che, in quel blocco operatorio, può capitare che, nel corso di un intervento d’urgenza, un infermiere abbandoni la sala operatoria anzi tempo, quando l’intervento non è, neanche, a metà della relativa durata di esecuzione? E’ vero che, in quel blocco, può capitare che, il registro operatorio di una sala, assegni a un infermiere il dono dell’ubiquità, attestandone la presenza in quella sala, mentre, in realtà, nello stesso spazio temporale, quell’infermiere era presente, in un’altra sala? E’ vero che diversi, non uno, ma forse 4/5 infermieri, in servizio presso quel blocco operatorio, nelle ultime settimane, hanno avanzato formale richiesta di trasferimento presso altre Unità operative? E, quali sarebbero le motivazioni sottese a cotanto agognato esodo di massa? Forse una manifesta e dispotica inettitudine organizzativa?»

«E, allora, puta caso che le circostanze che io, qui e ora, ho dedotto, siano vere – chiede Ciacco – Lei, dott. De Salazar, perché rimane mano nella mano? Quali sono le ragioni, dott. De Salazar, del suo immobilismo. Chi e che cosa Le impedisce di intervenire? Eppure, il blocco operatorio è la cellula strategica di ogni Ospedale, nella quale le misure di sicurezza dovrebbero essere osservate con parossistico rigore, bandendo ogni compiacente lassismo. La sala operatoria rappresenta, statisticamente, uno degli ambienti sanitari con i più alti livelli di rischio clinico»

«Dott. De Salazar, se la vicenda della garza fosse vera – e io mi auguro che non lo sia -, sarebbe, drammaticamente, superato ogni limite di guardia – conclude il consigliere – Lei, lo sa che cosa dice la Corte di Cassazione, a proposito della ritenzione di una garza nel sito chirurgico? Dice, esattamente, questo: “trattasi di un fenomeno sentinella, ad altissima rilevanza sotto il profilo della colpa grave, causativo, non raramente, di esito infausto”. Una definizione da far accapponare la pelle!  Occorre restituire onore e dignità all’Azienda ospedaliera di Cosenza».