Cosentino escluso dal concorso perché ha avuto il cancro. Fa ricorso e vince
Un aspirante militare si è visto escluso dal concorso indetto dal Ministero della Difesa, proprio perché, quando era bambino, aveva dovuto lottare contro una brutta malattia
Nonostante la recente legge sul cosiddetto oblio oncologico, ancora oggi si assiste a scelte illegittime delle pubbliche amministrazioni, che escludono i candidati che hanno contratto dei tumori nel corso della loro vita. La storia che oggi raccontiamo è quella di un giovane della Provincia di Cosenza, che alla tenera età di 3 anni ha dovuto lottare (e vincere) contro un tumore.
A distanza di anni, tuttavia, nonostante i controlli svolti dalle commissioni mediche avessero certificato la perfetta efficienza fisica, un aspirante militare si è visto escluso dal concorso indetto dal Ministero della Difesa, proprio perché, quando era bambino, aveva dovuto lottare contro una brutta malattia.
Atteso il suo impeccabile stato di salute, mai avrebbe immaginato di dover lottare anche per far valere i propri diritti e di dimostrare che era meritevole di partecipare a quel concorso per entrare nell’esercito. Il giovane ha quindi affidato la sua difesa all’avvocato Giuseppe Carratelli, che con un ricorso diretto al TAR del Lazio, sede di Roma, ha evidenziato una palese discriminazione nell’accesso al lavoro di persone che sono state in precedenza affette da patologie oncologiche, atteso che il diritto al lavoro (ed il ritorno ad una vita normale) della persona già affetta da tumore è prevalente su ogni eventuale esigenza della pubblica amministrazione, a maggior ragione visto il perfetto stato di salute dell’aspirante militare.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ha accolto favorevolmente tali tesi difensive, risultando in linea con i principi di parità di trattamento, non discriminazione e garanzia del diritto all’oblio delle persone guarite da patologie oncologiche, annullando il provvedimento di esclusione ed ammettendo quindi il giovane cosentino al concorso nell’esercito, che potrà ora coronare il suo sogno. Il Ministero della difesa è stato anche condannato al pagamento di circa 3300 euro a titolo di spese legali.
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