Amanda Knox è stata condannata dai giudici della Corte d’appello di Firenze a tre anni per avere calunniato Patrick Lumumba nelle prime fasi delle indagini sull’omicidio di Meredith Kercher coinvolgendolo nel delitto per il quale è stato poi prosciolto essendo risultato completamente estraneo. Knox ha assistito alla lettura della sentenza con accanto il marito e i suoi difensori. La condanna per calunnia era diventata definitiva ma poi la Cassazione ha disposto un nuovo esame delle accuse dopo che la Corte europea ha riconosciuto la violazione del diritto di difesa.

«Non avrei mai testimoniato contro Patrick, come invece la polizia voleva. Non sapevo chi era l’assassino. Patrick non era solo il mio capo al lavoro, ma anche mio amico. Non avevo interesse ad accusare un amico innocente. Chiedo umilmente alla Corte di dichiararmi innocente» aveva detto l’imputata – assolta in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher nel 2015 insieme all’allora fidanzata Raffaele Sollecito – rendendo dichiarazioni spontanee in italiano nell’aula della Corte d’assise d’appello di Firenze per difendersi nel processo chiamato a stabilire se sia responsabile di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, nell’ambito della vicenda giudiziaria per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1° novembre 2007. Poi i giudici sono entrati in camera di consiglio.