Cosenza, Bianca Rende sul caso Amaco: «È il fallimento della politica»
Il consigliere d'opposizione commenta negativamente la messa all'asta del ramo d'azienda, a suo avviso «è mancata la concertazione»
La pubblicazione del bando di avviso per l’asta relativa al ramo d’azienda dell’Amaco lascia l’amaro in bocca Bianca Rende. Secondo il consigliere d’opposizione, infatti, l’epilogo dimostra che «la politica per l’ennesima volta ha deciso di non svolgere il proprio ruolo in modo propositivo attraverso la mancata costituzione di un tavolo di concertazione pubblico reale, come invocavamo già mesi fa, capace di decidere, tra regione, comune ed azienda, quando ancora sussistevano margini di azione “pubblica”, un percorso condiviso per evitare il fallimento, seguendo strade, anche queste suggerite, che già in passato avevano avuto esiti positivi, come nel caso Atam a Reggio Calabria».
Un’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in campo. Era questo che la Rende invocava, ma «oggi, che tutto questo non è stato fatto, in un contesto in cui il comune di Cosenza ha solo un ruolo ormai quasi burocratico e non decisionale, appaiono evidenti il silenzio da parte della Regione Calabria, che nonostante le responsabilità e le competenze in materia di trasporto pubblico locale, non ha messo in campo nessuna azione reale per dare risposte ai lavoratori e agli utenti e di Ferrovie della Calabria, soggetto certamente non secondario, eppure ostinatamente silente, sulla vicenda».
Per Bianca Rende, dunque, ci si ritrova davanti «al fallimento della politica che non ha voluto trovare veri spazi di confronto costruttivo, capiamo le ragioni del curatore fallimentare, il cui obbligo è quello di tutelare i creditori, partendo dai lavoratori che continuano a svolgere il proprio lavoro al meglio delle possibilità date».
A suo avviso, alcuni aspetti del bando devono essere chiariti perché rischiano di avere impatti occupazionali e sociali più che rilevanti: «Tra questi, certamente quello per cui i lavoratori interessati al TPL sono 111 con la possibilità di attingere per ulteriori assunzioni ad un elenco aggiuntivo di 12 unità impegnate in altro servizio di cui oggi non si parla e che rimarrebbero senza nessuna prospettiva adeguata. L’indicazione che responsabilmente ci sentiamo di dare a chiunque risulti aggiudicatario del ramo di azienda, in esito alla procedura comparativa, è quella per cui è necessario garantire il servizio, renderlo efficiente per dare risposte ai cittadini-utenti. Obiettivo per raggiungere il quale, è essenziale che tutti i lavoratori vengano coinvolti».