domenica,Settembre 15 2024

Città unica a Cosenza, le perplessità di Idm in un incontro a Scalea | VIDEO

Il dibattito è stato organizzato dalla vicesindaca Annalisa Alfano. È intervenuto anche Orlandino Greco

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«Fusione delle città di CosenzaRende e Castrolibero? No, almeno non a queste condizioni». È quanto sostiene il movimento Idm, che in un incontro tenutosi nei pressi di piazza Caloprese a Scalea sabato scorso ha evidenziato tutte le perplessità per un iter procedurale che imporrebbe una decisione a direzione unica senza tenere conto appieno del parere dei cittadini e degli amministratori delle comunità coinvolte.

La battaglia di Annalisa Alfano

Il dibattito è stato organizzato dalla vicesindaca Annalisa Alfano, che è anche segretaria provinciale Idm. «Sicuramente è una forma inusuale – dichiara Alfano, riferendosi al fatto che il dibattito si è tenuto in strada, senza cattedre, tra la gente, letteralmente -, ma l’intento principale è quello di riportare la politica al centro della discussione, delle piazze del luogo di appartenenza, come si faceva nell’antica Grecia. Il dibattito sulle fusioni delle città è molto acceso e ha investito anche l’ultimo consiglio comunale di Scalea, quindi era giusto interessare direttamente il territorio».

I fatti

Con la proposta di legge n. 177/12, presentata su iniziativa dei consiglieri regionali calabresi Caputo, Gentile, De Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, si richiede l “Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”. Successivamente il consiglio regionale modifica l’iter del processo di istituzione, estromettendo il parare dei consigli comunale. Il processo per l’istituzione della città unica prevede soltanto il referendum, che però è consultivo e non vincolante per la decisione del consiglio regionale. Per Idm l’esito del processo burocratico appare scontato e la ritiene una decisione «calata dall’alto», in netto contrasto con la democrazia. Per questo, si registrano la nascita di comitati spontanei che chiedono maggiore chiarezza sulla determinazione della città unica e un maggiore coinvolgimento di istituzioni e cittadini, ma soprattutto l’abrogazione del referendum consultivo per il quale il presidente Roberto Occhiuto ha già dato mandato di indizione.

L’agorà a Scalea

La discussione sulla città unica passa anche da Scalea. A illustrare tutte le perplessità di Idm, c’era anche Orlandino Greco, nella doppia veste di fondatore del partito e sindaco rieletto della città di Castrolibero dal 2023. «Sono contro la confusione e contro un nuovo centralismo regionale pericoloso – dice ai nostri microfoni -. L’istituto della fusione è un istituto serio, che deve mettere al centro i cittadini. Oggi i cittadini non decidono nulla, non decidono i consigli comunali, non decidono i sindaci, decide uno sparato gruppo di consiglieri regionali che pensa di avere in mano il futuro delle comunità e dei territori. Così non va, così non sarà e lo dimostreremo in tutte le salse».

Il comitato di Rende

A Rende il comitato si era già organizzato un anno fa. «Temevamo che la Regione Calabria mettesse l’acceleratore su questa proposta di legge sulla fusione e così è stato – dice Francesca Cufone, segretaria cittadina Idm Rende -. Noi oggi vorremmo sensibilizzare le persone non solo dell’area urbana di Cosenza, ma di tutta la Calabria perché questo è un tema che oggi tocca a noi ma domani può riguardare qualsiasi altro Comune della regione. Vorremmo che l’ultima parola spettasse al cittadino e non a chi ci governa».

Il parere di CdS

Tra coloro che hanno preso parte al dibattito, c’è anche Achille Tenuta, tra i fondatori del neonato movimento politico “Centro destra Scalea”. «Io invece sono d’accordo sulla modifica della legge approvata dal consiglio regionale – dichiara -, con cui è stato precisato quale sia lo strumento con cui sentire le popolazioni interessate. Le fusioni dei Comuni, che sono auspicate e incentivate da tanti, sono previste dalla Costituzione e la Costituzione dice che decidono le Regioni. Però – conclude – penso che se al referendum consultivo vincerà il “no” dei cittadini, difficilmente si farà la fusione dei Comuni».

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