Pd Cosenza, Controcorrente: «La nuova segreteria nel solco delle sconfitte elettorali»
L'associazione politico-culturale: «Pecoraro non ha coinvolto la minoranza, Locanto tace e non adempie il suo compito di presidente»
Fa subito discutere la nuova segreteria provinciale del Pd di Cosenza nominata questa mattina. L’associazione Controcorrente di cui è presidente Carolina Casalnovo, subentrata ad Antonio Tursi, ha diramato una nota al fulmicotone verso Vittorio Pecoraro. «Apprendiamo dal segretario provinciale del Pd la nomina di una nuova segreteria. Snella questa volta, rispetto alla trentina di membri nominati solo un anno fa, mai convocati e infine azzerati. Inoltre Pecoraro avrebbe pensato di costruire questa snella segreteria in maniera unitaria e quindi coinvolgendo la minoranza. Minoranza ritenuta inesistente al momento di decidere i candidati alle elezioni politiche, alle elezioni provinciali, alle elezioni europee e alle elezioni amministrative. Tutte occasioni di clamorosi flop del partito cosentino».
«Abbiamo ritenuto importante – prosegue Controcorrente – piuttosto che partecipare a una superflua tornata di nomine e all’istituzione di nuovi organismi, chiedere a Pecoraro, a meno che non voglia continuare a gestire il partito con i soliti pochi, di riconoscere l’esistenza di una comunità plurale e regole condivise e valide per tutti (resta per esempio la domanda perché alcuni consiglieri comunali sono stati espulsi e altri no pur contravvenendo allo stesso articolo dello Statuto?). A nostro avviso era perciò prematuro nominare un nuovo organismo. Occorre, invece, preliminarmente far funzionare quelli esistenti (ed eletti e legittimati dal congresso)».
«Al momento, la direzione non si riunisce da due anni ed è monca di diversi membri (non più iscritti, passati ad altri partiti o dimissionari). Stesse mancanze per quanto riguarda l’assemblea provinciale. Su entrambe va sottolineato il silenzio della presidente Locanto che evidentemente non adempie al ruolo a lei assegnato. E bisogna stare attenti ad affermare che l’assemblea non c’è più, perché vuole dire certificare uno stato di fatto commissariale del partito. Non convocando gli organismi – evidenzia ancora l’associazione fondata da Antonio Turs – Pecoraro si è di fatto autonominato commissario, anche se ha nominato una nuova segreteria (anche Miccoli aveva nominato un coordinamento). Organismi che per statuto devono essere convocati al minimo ogni semestre. E ci vuole poco per convocare direzione e assemblea, basta fissare una data».
«Superfluo ricordare poi lo stato della commissione di garanzia – concludono da Controcorrente – tre membri su nove non ne fanno più parte, la minoranza non è più rappresentata e il presidente non costituisce più una figura di garanzia riconosciuta. La disponibilità della minoranza nel ricostruire l’agibilità politica e la democrazia interna al partito è massima, ma non si può ricostruire la casa partendo dal tetto, insistere vuole dire non voler cambiare quel modo di governare il partito che ha prodotto tanti insuccessi elettorali e scivoloni dello stesso segretario (dall’auto sospensione all’azzeramento della sua prima segreteria)».