«Hai parlato per quindici anni, vuoi ancora continuare? », sbotta Franco Iacucci. «Mentre io parlavo tu per quindici anni prendevi appunti in una stanza», replica Mario Oliverio. «Ti ho fatto il servo per quindici anni», esplode Iacucci. «Non puoi parlare, il tuo intervento non è in locandina. Abbiamo negato la parola anche ad altri sindaci», quasi grida Mimmo Bevacqua. Il responsabile nazionale Infrastrutture del Pd, Antonio Misiani, poggia il microfono sul tavolo e fa: «Se non parla Oliverio io non intervengo, le parole non hanno mai ucciso nessuno».

Se il Pd calabrese è quello andato in scena venerdì sera in un hotel di Rende, il centrodestra può dormire fra sette guanciali: governerà, senza sforzarsi troppo, per altri vent’anni. In agenda c’era una tavola rotonda su un tema cruciale per la Calabria come quello della mobilità e dei trasporti, ma va in scena la solita piazzata da gossip politico, in cui i torti e le ragioni si confondono e che fa passare in secondo piano gli spunti, pur interessanti, dell’incontro.

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