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Cosenza, Camera Penale: astensione il 18 dicembre contro il degrado dell’aula bunker di Castrovillari

I penalisti bruzi contestano ancora una volta la decisione di trasferire il processo Reset alle falde del Pollino

Cosenza, Camera Penale: astensione il 18 dicembre contro il degrado dell’aula bunker di Castrovillari

La Camera Penale di Cosenza, relativamente all’andamento del processo Reset, in corso di svolgimento presso l’aula bunker di Castrovillari, denuncia una situazione che compromette il corretto svolgimento dei processi e il rispetto dei diritti fondamentali.

Un’aula bunker insicura e il problema del “nomadismo giudiziario”

La vicenda nasce dall’inagibilità dell’aula bunker di Lamezia Terme, una struttura che, per anni, ha ospitato processi penali di grande rilevanza per l’intero distretto della Corte d’Appello di Catanzaro. Questa situazione ha portato alla delocalizzazione forzata di procedimenti come il processo “Reset” (3804/17), originariamente previsto presso il Tribunale di Cosenza, verso altre sedi, tra cui l’aula bunker di Castrovillari.

L’aula bunker di Castrovillari, oltre a richiedere trasferte logistiche complesse e onerose per magistrati, avvocati e cancellieri, presenta problematiche che vanno ben oltre il semplice disagio. Le condizioni ambientali e lavorative sono state definite “umilianti”, come dimostra il nostro servizio, tra una discarica abusiva all’esterno e temperature glaciali all’interno dell’aula.

L’assenza di aule protette a Cosenza: realtà o pretesto?

Un punto centrale del documento riguarda la presunta mancanza di aule protette presso il Tribunale di Cosenza, addotta come giustificazione per il trasferimento dei processi. La Camera Penale contesta tale affermazione, sottolineando che, in passato, nello stesso Palazzo di Giustizia si sono celebrati processi di grande rilevanza, come i maxiprocessi Tela del Ragno” e “Missing”, che hanno coinvolto un gran numero di imputati in custodia cautelare.

Secondo i firmatari della denuncia, esisterebbero strutture adeguate, come l’aula 1, che con un minimo adeguamento tecnico potrebbero ospitare processi complessi. L’assenza di tali adeguamenti viene interpretata come un inaccettabile spreco di risorse pubbliche, in contrapposizione al continuo sperpero legato al “nomadismo giudiziario” imposto dall’utilizzo di sedi lontane.

Impatto sulla dignità e sulla giustizia

La situazione descritta non è solo una questione tecnica o logistica: ha implicazioni profonde sulla dignità degli avvocati e sull’efficacia dell’amministrazione della giustizia. Gli avvocati cosentini, costretti a operare in condizioni degradanti, vedono compromessi il loro decoro professionale e la loro capacità di tutelare i diritti dei cittadini.

Inoltre, la percezione pubblica della giustizia viene danneggiata: la città di Cosenza, ottava provincia italiana per estensione, viene descritta come un luogo privo di un sistema giudiziario funzionante, un simbolo di arretratezza sociale e culturale che alimenta la sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Le richieste della Camera Penale

La Camera Penale di Cosenza ha indetto una giornata di astensione dalle udienze per il 18 dicembre 2024, accompagnata da richieste precise e urgenti:

  • adeguamento delle aule del Tribunale di Cosenza: Interventi strutturali e tecnici per rendere le aule idonee alla celebrazione di processi complessi.
  • intervento ministeriale: Garantire un utilizzo più efficiente delle risorse pubbliche, eliminando il ricorso a trasferte costose e logisticamente impegnative.
  • incontro con le autorità locali: Un dialogo istituzionale per discutere le ripercussioni sociali, economiche e politiche di questa situazione.

Un richiamo alla legalità e alla giustizia

La denuncia della Camera Penale di Cosenza non è solo la protesta di una categoria professionale, ma un appello accorato per il ripristino della legalità e della giustizia. Le problematiche sollevate dai penalisti cosentini non riguardano soltanto gli addetti ai lavori, ma l’intera comunità, che ha il diritto di vedere amministrata la giustizia in modo equo, trasparente e dignitoso.

Se le richieste non verranno accolte, il rischio è che questa situazione si trasformi in un precedente pericoloso, in cui la giustizia, invece di essere un pilastro della società civile, diventa un privilegio riservato a pochi, e la lotta per i diritti si trasforma in un’esigenza quotidiana.

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