Capodanno, Gigi Dag: «Ero pronto a donare il mio budget all’ospedale di Cosenza, ma il Comune è sparito»
Il deejay e producer di fama internazionale racconta perché l'evento di Cosenza è saltato
I toni trionfanti della presentazione del Capodanno cosentino di pochi giorni fa, sembrano lucciole tenui, ascoltando le parole di Gigi D’Agostino, producer e deejay di fama mondiale che abbiamo raggiunto telefonicamente per far luce su una strana vicenda che l’ha visto, suo malgrado, coinvolto.
Per capirne di più dobbiamo fare un passo indietro. Intorno alla prima settimana di ottobre il Comune di Cosenza chiede la disponibilità all’artista attraverso un agente di spettacoli in Calabria. Gigi D’Agostino il 19 ottobre – ci racconta – dà il suo ok, ma a una condizione non trattabile: tutto il budget dell’operazione sarebbe dovuto andare all’ospedale di Cosenza. Arriva l’ok dall’altra parte. L’agente ribadisce che presto l’artista sarebbe stato contattato dall’ente al suo indirizzo email. Da questo preciso momento, i contatti con l’artista si interrompono bruscamente.
Il producer ci conferma tutto. «Sono legato alla Calabria e questo progetto mi aveva entusiasmato proprio per il luogo in cui si sarebbe svolto. Io non so cosa sia capitato all’improvviso, quello che so è che il 19 ottobre ho dato conferma della mia disponibilità per Cosenza. Ho ricevuto il disco verde dal Comune e da quel momento in poi non ho più saputo nulla, nulla. Ho interpretato questo silenzio come un chiaro disinteresse dell’ente nei confronti della mia proposta e così, dopo due settimane di attesa, mi sono reputato libero da impegni».
I primi di novembre D’Agostino, dopo un concerto a Vienna, comunica al suo staff che la data cosentina non c’è più. «Ho aspettato finché ho potuto, ma non potevo tenere in sospeso tutte quelle persone: il Capodanno è una notte importante per i professionisti del settore. E poi eravamo anche quasi fuori tempo massimo, in gergo si dice essere “sotto data”, sia per la progettazione tecnica sia per quanto riguardava la modalità di destinazione del denaro all’ospedale».
D’Agostino comunica tutto all’agenzia che stava facendo da intermediario, e la cosa finisce lì. Senza rancore. Anzi. Gigi Dag chiude dicendo che in futuro sarebbe stato disponibile a un evento con le stesse modalità benefiche.
Il 6 novembre, però, qualcuno dal Comune di Cosenza si fa vivo, più o meno. «Arriva al mio ufficio una mail – racconta – da parte di un signore che scrive da un indirizzo privato Gmail. Si presenta come un delegato del Comune, ma l’email da cui scrive non è né istituzionale e né certificata. Il mio ufficio riceve ogni giorno valanghe di email e opera una cernita necessaria, non si può fare altrimenti, stabilendo un ordine di priorità anche in base al tipo di comunicazione».
C’è da dire che nella conferenza stampa di presentazione dell’artista del Capodanno cosentino, il sindaco Franz Caruso ha ribadito pubblicamente che oltre ad Achille Lauro, si erano avviati contatti con Annalisa e Angelina Mango, senza citare Gigi D’Agostino che, come ha sottolineato, non è mai stata un’opzione sul tavolo. A domanda se qualcuno avesse mai contattato il producer in nome e per conto del Comune, ha risposto con un secco «no».
Nella settimana del 14 novembre l’opposizione convoca una commissione per chiedere conto proprio a De Rose delle indiscrezioni pubblicate sul nostro giornale a proposito del caso del concerto saltato di Gigi D’Agostino. De Rose avrebbe risposto – a sentire l’opposizione che l’ha interrogato a proposito – che era la prima parola che sentiva e che aveva appreso tutto dalla stampa.
Ma l’email recapitata all’ufficio di D’Agostino il 6 novembre porta proprio la firma del delegato agli Eventi del comune di Cosenza Pino De Rose. Nella missiva, De Rose ribadisce l’interesse per l’artista e loda la volontà di devolvere il budget in beneficenza immaginando la scena di consegna dell’assegno alla presenza del sindaco, del primario ecc. «Mi avesse scritto il sindaco – chiude il producer – o avessi ricevuto un’email certificata e istituzionale l’ufficio mi avrebbe girato l’email e io avrei risposto. Così non è stato».