lunedì,Marzo 17 2025

Annunziata di Cosenza, quando gli assistenti sociali diventano angeli: «Hanno salvato la vita a mia madre»

Una storia a lieto fine che arriva direttamente dall'ospedale bruzio e che la famiglia ha voluto diffondere ringraziando la dottoressa Bartucci

Annunziata di Cosenza, quando gli assistenti sociali diventano angeli: «Hanno salvato la vita a mia madre»

Buona sanità calabrese. Spesso l’aggettivo che si sente affiancato alla seconda parola è “mala”. Anzi, diventa un unico termine. Malasanità, una parola sola, indissolubile. E invece dall’Ospedale Annunziata di Cosenza arriva ogni tanto anche una storia di buona sanità. Come quella che ci racconta Antonio Ruffolo. «La dottoressa Bartucci, assistente sociale, ha salvato la vita a mia madre». Una dichiarazione fatta con un tono sollevato, che diventa chiaro e quasi commosso quando ci racconta la storia.

La storia di Antonio Ruffolo all’Annunziata di Cosenza

Una storia di buona sanità che inizia tre mesi fa. «Mia madre ha avuto un’emorragia ed è stata ricoverata alla gastro. Quando è stata dimessa l’hanno dovuta trasferire al reparto di pneumologia – spiega Ruffolo – per una polmonite bilaterale». E lì altri venti giorni di ricovero. «Da lì è stata trasferita in una clinica per iniziare la riabilitazione, ma poi è successo l’inferno». Una micosi che impedisce alla donna di mangiare per un lungo periodo di tempo. «Quando me l’hanno restituita era ridotta a pelle e ossa. Così ho chiamato di nuovo il pronto soccorso». Da qui, l’arrivo di un angelo custode inaspettato.

«In due giorni ha risolto tutto»

La storia, per fortuna, come tutte le storie di Natale, ha un lieto fine. «Mi è madre è stata in pronto soccorso per due giorni. In quel frangente ho conosciuto la dottoressa Bartucci – racconta ancora Ruffolo – che si è impegnata fortemente per aiutare mia madre». E in quarantott’ore, la donna è stata ricoverata. Una storia di buona sanità che arriva dall’Annunziata di Cosenza, dunque. E che getta un po’ di luce, in queste feste, sulla sanità calabrese e sull’Ao bruzia.

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