Estorsioni mafiose a Cosenza, 11 condanne e 4 assoluzioni in Appello | NOMI
Secondo giro di boa per il processo "Testa del serpente" tra conferme e novità, riduzione di pena per i tre fratelli Abbruzzese
Undici condanne e quattro assoluzioni. Si è concluso così in Appello il processo “Testa del serpente”, ed è un epilogo che conferma solo in parte il precedente verdetto. Alla sbarra, c’era un gruppo di persone accusate a vario titolo di estorsioni, usura, droga e lesioni, tutti reati aggravati da metodo e finalità mafiosa.
Alla fine della corsa, però, è una vicenda che non riguarda più Andrea Greco. È sua la condanna più onerosa – sei anni e sei mesi di carcere – cancellata dai giudici in adesione alle tesi difensive esposte dall’avvocato Giorgia Greco. Sospiro di sollievo anche per Francesco Casella e Domenico Iaccino, difesi rispettivamente dagli avvocati Vincenzo Belvedere jr e Cristian Cristiano che, a fronte dei sei anni e due mesi incassati in primo grado, sono usciti dall’aula con in tasca un responso di non colpevolezza. Il secondo round giudiziario, infine, si è rivelato propizio anche per Pasquale “Paco” Germano: partiva da due anni e quattro mesi, ma anche per lui, difeso dall’avvocato Fiorella Bozzarello, è sopraggiunta l’assoluzione da ogni accusa.
E passiamo alle conferme, un epilogo che ha riguardato da vicino Antonio Marotta (nove anni e sei mesi), Claudio Alushi (sette anni e otto mesi), Antonio Abruzzese (sette anni e sei mesi), Adamo Attento (sei anni e due mesi), Giovanni Drago (due anni e otto mesi) con sconti di pena accordati ad Antonio Bevilacqua (sei anni e sette mesi) Franco “Abbrezza” Abbruzzese (otto anni e sette mesi) e Alberto Turboli (un anno e cinque mesi).
Capitolo a parte per i principali imputati del processo – i fratelli Luigi, Marco e Nicola Abbruzzese – che grazie alla proposta di concordato penale, da loro avanzata in Appello, hanno ottenuto uno sconto di pena: quindici anni e tre mesi per Marco Abbruzzese a fronte dei diciotto di partenza e dodici anni e otto mesi per gli altri due fratelli. Del gruppo, in origine, faceva parte anche Roberto Porcaro, poi uscito di scena in abbreviato.
“Testa del serpente” è l’inchiesta che a dicembre del 2019 anticipa un po’ tutti i temi che, tre anni dopo, saranno trattati dalla maxi-operazione “Reset”: la riorganizzazione delle cosche di Cosenza, l’ascesa dei nuovi capi, il “sistema” che sovrintende al narcotraffico e, amarus in fundo, l’esercizio del racket.
Se è diventato un processo autonomo lo si deve solo a un’emergenza, registrata proprio sul finire del 2019. In quel periodo, infatti, gli investigatori si accorgono che le pressioni estorsive su alcune vittime operate dagli Abbruzzese e da Porcaro hanno superato il limite di guardia, con pestaggi e intimidazioni connotati da violenza allarmante. E così decidono di bruciare i tempi e arrestare una ventina di persone, un assaggio della tempesta che si scatenerà il primo settembre del 2022.
La sentenza d’Appello
- Luigi Abbruzzese 15 anni e 3 mesi
- Marco Abbruzzese 18 anni e 3 mesi
- Nicola Abbruzzese 15 anni e 3 mesi
- Franco Abbruzzese 9 anni e 6 mesi
- Adamo Attento 6 anni e 2 mesi e 20 giorni
- Alberto Turboli 2 anni e 1 mesi
- Giovanni Drago 2 anni e 8 mesi
- Antonio Marotta 9 anni e 6 mesi
- Claudio Alushi 7 anni e 8 mesi
- Antonio Abruzzese 7 anni e 6 mesi
- Antonio Bevilacqua 7 anni e 6 mesi
- Francesco Casella assolto
- Pasquale Paco Germano assolto
- Andrea Greco assolto
- Domenico Iaccino assolto