mercoledì,Febbraio 12 2025

Mario Occhiuto sul degrado del Planetario di Cosenza: «Duro colpo alla memoria di Piperno»

Progettato come polo di innovazione e cultura, il Planetario di Cosenza è oggi vittima di abbandono e vandalismi. Mario Occhiuto richiama l'attenzione

Mario Occhiuto sul degrado del Planetario di Cosenza: «Duro colpo alla memoria di Piperno»

«Il Planetario di Cosenza rappresenta una delle opere più avanzate e simboliche della mia amministrazione, un sogno che si è concretizzato con grande impegno e visione. Progettato e realizzato con tecnologie all’avanguardia, è stato inaugurato e reso pienamente operativo, diventando un riferimento per la divulgazione scientifica e culturale, non solo per Cosenza ma per tutto il Mezzogiorno». Il senatore Mario Occhiuto, già sindaco di Cosenza entra a gamba tesa in un tema – per fortuna – diventato caldo dopo molti mesi di oblio: il Planetario.

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La morte di Franco Piperno, padre putativo del grande progetto, supportato da Giacomo Mancini, ha riacceso i riflettori su una struttura ormai abbandonata e arrugginita, lasciata all’incuria e alla mercè di ladri che per ben due volte, hanno distrutto e rubato quanto c’era di prezioso al suo interno poco meno di un anno fa dopo vari annunci del sindaco Franz Caruso che pareva intenzionato a riaprirlo.

«Un progetto ispirato da un’idea del prof. Franco Piperno – scrive Occhiuto -, recentemente scomparso, durante l’amministrazione del sindaco Giacomo Mancini. A lui va il merito di aver immaginato quest’opera, che grazie alla mia amministrazione è diventata realtà.

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La sala del Planetario, dotata del proiettore ottico Starmaster ZMP della Zeiss – unico in Italia e tra i più innovativi d’Europa – e di una cupola di 15 metri di diametro, seconda solo a quella del Planetario di Milano, è stata concepita per offrire un’esperienza unica e altamente educativa.

Abbiamo lavorato con l’Università della Calabria per garantire una gestione di qualità e abbiamo lasciato, a fine mandato, un finanziamento dedicato di 60.000 euro e una gara già aggiudicata per la gestione futura.

Purtroppo, oggi l’opera versa in uno stato di abbandono, vittima di vandalismi e mancata manutenzione. Questo rappresenta un duro colpo per il patrimonio culturale di Cosenza, ma anche per la memoria di Piperno, il cui sogno era farne un simbolo di progresso per la città.

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Voglio ricordare che, durante il mio mandato, il Planetario era perfettamente funzionante e interrotto soltanto dalle chiusure imposte dalla pandemia. Avevamo inoltre avviato importanti lavori per la valorizzazione dell’area di Gergeri, tra cui la Piazza Anfiteatro, progettata per creare un collegamento con il Ponte di San Francesco e il Viale del Benessere, integrando l’opera in una visione di rigenerazione urbana all’avanguardia che comprendeva anche la realizzazione del progetto della navigabilità dei fiumi (tutte opere finanziate e appaltate ma oggi inspiegabilmente bloccate).

La mia idea per quella zona anticipava di molto le più recenti strategie internazionali di trasformazione urbana: unire cultura, natura e innovazione per migliorare la qualità della vita e stimolare il turismo e l’economia locale.

Rispondendo a chi critica il progetto come un’opera inutile, tengo a sottolineare che il Planetario è stato pensato come un investimento per il futuro di Cosenza, un’eredità di crescita e progresso. La sua realizzazione, così come quella di altre strutture, è stata guidata dalla convinzione che la cultura e il sapere siano motori fondamentali per il benessere della comunità.

Il Planetario di Cosenza non è solo un edificio: è un simbolo di quanto una visione lungimirante, partita da lontano nel tempo, possa contribuire al benessere della comunità.

Invito quindi – senza alcuno spirito polemico ma anzi costruttivo – gli attuali amministratori a proteggere e valorizzare il patrimonio che abbiamo costruito insieme, affinché non venga disperso ma torni ad essere motivo di orgoglio per tutti i cittadini».

Costanzo: «Da Occhiuto indecente scaricabarile»

«Duro colpo certamente alla memoria di Franco Piperno, ma duro colpo, soprattutto, alla città ed ai cosentini che ha inferto proprio Mario Occhiuto, che oggi tenta di fare un indecente scaricabarile. Ed, infatti, se la sua amministrazione avesse pagato lo Starmaster ZMP della Zeiss, che dovremo pagare noi per 450mila euro, ed avesse progettato e realizzato per il funzionamento del Planetario un piano di efficientamento energetico, anziché fare inaugurazioni faraoniche e costosissime, le cose oggi andrebbero diversamente». Lo afferma Antonello Costanzo, delegato al patrimonio del sindaco.

«Purtroppo – prosegue – Il sindaco ha ereditato dalla passata amministrazione comunale di centrodestra solo disastri, che sta risolvendo e gestendo nel migliore dei modi, e tra questi c’è proprio il Planetario che era già chiuso da tempo al nostro insediamento e che aveva avuto solo  5 mesi di attività, certamente  a causa della pandemia, ma che successivamente non è stato più possibile riaprire perché lasciato nell’incuria e nell’abbandono. Innanzitutto, la struttura non è stata mai affidata all’azienda che nel giugno 2020 ha partecipato all’apposito avviso risultando con la migliore valutazione, per gli alti costi di energia elettrica, lasciandolo per come detto chiuso ed anche privo di manutenzione e controllo».

L’opera, inoltre – aggiunge Costanzo – su cui è necessario intervenire perché risulta già ammalorata in molte parti, con evidente scrostatura di vernice, è incompleta perché non è stato realizzato neanche il muro di recinzione intorno. Per queste ragioni ritengo veramente vergognose le dichiarazioni rilasciate oggi dal senatore Mario Occhiuto che non meriterebbero neanche una risposta, che, invece, si dà solo per amore della verità ed a beneficio dell’opinione pubblica. Non possiamo permettere, infatti, che i cosentini vengano ancora turlupinati e presi in giro da chi come l’attuale senatore ai fatti ha preferito sempre e solo annunci ed operazioni di facciata che hanno lasciato Cosenza nella melma da cui Franz Caruso e tutti noi la stiamo rimuovendo – conclude – ridandole dignità e facendole riconquistare il prestigio che merita».

L’opposizione a Costanzo: «Indecenti sono le sue affermazioni»

Per l’opposizione consiliare, però, le sue dichiarazioni sono «indecenti». In una nota congiunta, i consiglieri di minoranza pungolano Costanzo: «Attendiamo da diversi mesi – scrivono – che venga a riferire della propria attività nella Commissione competente, avendo in passato egli stesso affermato pubblicamente e perentoriamente che entro la scorsa estate ci sarebbero stati sviluppi nel recupero e rifunzionalizzazione della struttura ormai abbandonata dall’attuale Amministrazione nel degrado più totale. Evidentemente, il consigliere Costanzo, che nulla ha prodotto fino ad oggi di buono nell’esercizio della propria delega, piuttosto che riferire nelle sedi istituzionali, dove potrebbe solo dare evidenza del proprio immobilismo, della propria inerzia e della propria incapacità amministrativa, preferisce agire con delle sortite irriguardose, limitando i propri sforzi a vergare ignobili comunicati concepiti nelle chiuse stanze di palazzo dei Bruzi».

«Conoscendo la storia del Planetario, per aver concretamente contribuito alla sua realizzazione, ricordiamo al consigliere Costanzo che la lente della Zeiss, al momento del primo insediamento dell’allora Sindaco Occhiuto, risultava già pagata da chi lo aveva preceduto, pur non essendo stata ancora realizzata la struttura: circostanza che indusse lo stesso Occhiuto a diffidare la Zeiss minacciando una denuncia. La risorsa del Planetario, ereditata dall’attuale Amministrazione perfettamente funzionante, è stata trascurata anche nella vigilanza, posto che sono stati perpetrati ben due atti vandalici, con notevoli danni, a causa dell’inefficienza del sistema di allarme e anti-intrusione, del quale si è trascurato finanche di caricare le batterie».

«Inoltre, le potenzialità di reddito della struttura stessa, la rendono appetibile per molti privati, consapevoli che potrebbero ammortizzare nel breve periodo anche i costi del riefficientamento energetico, resosi necessario per l’incremento dei costi dell’energia (costi imprevisti e imprevedibili all’epoca di realizzazione dell’opera). Le soluzioni per il recupero e la valorizzazione di questa evolutiva, lungimirante risorsa culturale ci sono, eccome. Mancano, evidentemente, capacità e volontà di perseguire strade virtuose, atteso che, a più di tre anni dall’insediamento, il Sindaco e Giunta comunale, nonostante i proclami e le dichiarazioni d’intenti, nulla hanno prodotto in tale direzione».

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