martedì,Aprile 29 2025

“L’urbanistica a Rende non l’hanno fatta i costruttori”. La replica dei Riformisti: “Basta ignoranza”

Il segretario della Federazione Riformista di Rende risponde agli attacchi sulla gestione edilizia del passato

“L’urbanistica a Rende non l’hanno fatta i costruttori”. La replica dei Riformisti: “Basta ignoranza”

«Prima di aprire bocca, si studi». Non usa giri di parole Fabio Liparoti, segretario della Federazione Riformista di Rende, nel rispondere con fermezza alle recenti dichiarazioni, definite «sconcertanti», di alcuni esponenti politici che si candidano a guidare la città ma che – secondo Liparoti – dimostrano una «totale ignoranza in campo urbanistico».

Nel mirino del segretario riformista ci sono le accuse rivolte alla gestione urbanistica rendese, in particolare l’idea che “a costruire siano stati i costruttori”, con implicita delegittimazione della regia pubblica. Una posizione che Liparoti respinge con forza: «L’urbanistica a Rende è sempre stata decisa dall’autorità comunale, con piani regolatori moderni e piani attuativi efficaci. È una vergogna affermare il contrario».

La difesa della pianificazione messa in atto durante le stagioni riformiste è netta. Ogni edificio, ogni sviluppo urbano – assicura – è stato frutto di precise scelte amministrative e non di interessi privati imposti dall’esterno. «Quanto è stato edificato ubbidisce rigorosamente alle previsioni della programmazione», puntualizza.

Non meno dura è la replica sul tema della perequazione urbanistica, concetto spesso tirato in ballo a sproposito. «Chi parla ignora cosa sia. Non si tratta di edilizia legata alle particelle catastali. È il contrario: si programma un intero ambito di intervento, garantendo lo stesso trattamento a chi realizza opere pubbliche e a chi costruisce sul privato», spiega Liparoti, sottolineando il carattere equo e pianificato di questo strumento.

L’appello finale è una stoccata diretta: «Rende ha bisogno di una classe dirigente competente. Chi aspira a governare studi, studi, studi». Un invito – o forse un avvertimento – rivolto a chi, più che proporre soluzioni, secondo i riformisti si limita a lanciare slogan privi di fondamento tecnico e conoscenza reale dei processi amministrativi.

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