lunedì,Maggio 19 2025

Pizze pazze (e molto salate): Cosenza tra le città più care d’Italia

Con un prezzo medio di 13 euro, Cosenza si piazza al quarto posto tra le città più costose per il costo della pizza, subito dopo Bolzano, Sassari e Venezia.

Pizze pazze (e molto salate): Cosenza tra le città più care d’Italia

A Cosenza il prezzo medio di una pizza, comprensiva di bevanda, coperto e servizio, è di circa 13 euro, posizionando la città al quarto posto tra le più care d’Italia per una serata in pizzeria, subito dopo Bolzano (14,14 €), Sassari (14,11 €) e Venezia (13,47 €). Questo dato, riportato da un’analisi sui prezzi al consumo condotta dal Centro di Formazione e Ricerca sui Consumi (Crc) sulla base di dati ISTAT, riflette l’impatto dell’inflazione e del rincaro delle materie prime essenziali per la preparazione della pizza.

L’inflazione alimentare ha giocato un ruolo chiave nell’aumento dei prezzi. Tra gennaio 2022 e gennaio 2023, Cosenza ha registrato l’incremento più alto d’Italia, pari al +18,9%. Un trend che ha spinto molti esercenti a rivedere i listini per mantenere la sostenibilità economica, considerando che il costo delle materie prime è aumentato in modo significativo anche se ad oggi Cosenza sforna tra le pizze più salate. Ad esempio, il prezzo di un sacco di farina da 10 kg può variare dai 9 fino ai 19 euro, l’olio da 4 fino a 10 euro al litro e la passata di pomodoro da 0,76 a 1,50 euro al litro.

Bene Catanzaro e Reggio Calabria

A livello nazionale, la città dove mangiare una pizza è più costoso è Reggio Emilia, dove il prezzo medio di un pasto in pizzeria, con bevanda e coperto, ha raggiunto i 17,58 euro, seguita da Siena (17,24 €) e Macerata (16,25 €). Sul lato opposto della classifica, Livorno è la città più economica con una media di 8,75 euro, seguita da Reggio Calabria (9,15 €), Pescara (9,37 €) e Catanzaro (9,96 €), le uniche province dove la spesa rimane inferiore ai 10 euro.

Cosenza, quindi, emerge come un’eccezione tra le città del Sud, con un costo per una serata in pizzeria più vicino agli standard del Nord Italia, una tendenza che riflette l’aumento generale dei costi nella ristorazione.

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