Con l’arrivo delle prime ondate di calore, la Calabria torna a essere teatro di una grave emergenza incendi. Solo nella giornata del 29 giugno 2025, sono stati registrati 107 roghi boschivi in tutta la regione, con interventi da nord a sud. Le fiamme hanno circondato il centro abitato di Amendolara, si sono avvicinate a una RSA a Cassano allo Ionio, costringendo all’evacuazione di dieci persone, e hanno interessato la Locride, fra Roccella Jonica e Caulonia. Altri focolai si sono sviluppati nei pressi dell’A2 del Mediterraneo, in particolare nella zona di Tarsia, causando disagi alla viabilità.

Una situazione che si ripete ogni estate e che, nonostante gli strumenti messi in campo dalla Regione con il Piano AIB 2025, evidenzia ancora gravi carenze nella prevenzione strutturale. La Calabria ha annunciato l’uso di droni e satelliti per il monitoraggio del territorio, una tecnologia che in passato ha aiutato a individuare diversi piromani, ma che non ha ancora prodotto un calo significativo degli incendi. A mancare è soprattutto la gestione forestale ordinaria, la manutenzione del territorio e una strategia coerente di lungo periodo.

A fotografare l’allarme è il Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente: la Calabria è terza in Italia per reati legati agli incendi boschivi, con 445 reati accertati, 369 incendi, 13 persone denunciate e 371 sanzioni. La provincia di Cosenza detiene il primato nazionale con 257 reati e 108 illeciti amministrativi.

Alla vigilia della pubblicazione del Rapporto Ecomafia 2025, Legambiente Calabria – attraverso la presidente Anna Parretta e il responsabile nazionale Aree protette Antonio Nicoletti – ha ribadito la necessità di un cambio di passo radicale: “Gli incendi sono aggravati dalla crisi climatica, ma anche da ritardi politici, assenza di prevenzione e interessi criminali. La ‘ndrangheta, come dimostrano le indagini, è attiva nel business illegale dei boschi e dei pascoli abusivi”.

“Non basta gestire l’emergenza – proseguono Parretta e Nicoletti – servono politiche di prevenzione, mappatura delle aree percorse dal fuoco, presidio del territorio e una regia politica forte, che accompagni la tecnologia con investimenti e controlli efficaci”.

L’associazione rilancia anche le sue dieci proposte operative, già avanzate lo scorso anno: gestione integrata del rischio incendio, rafforzamento delle pene, pianificazione forestale e urbanistica, pascolo controllato e ricostituzione ecologica post-incendio, tra le principali. “La Calabria – concludono – non può continuare a rincorrere le emergenze. Serve una visione, servono risorse, serve responsabilità”.