I fondi destinati alla mitigazione del dissesto idrogeologico stanno creando un piccolo terremoto a Palazzo dei Bruzi. L’articolo che abbiamo pubblicato lo scorso 27 maggio è stato come cospargere il sale su una ferita aperta. Da quanto ci risulta, infatti, il vicesindaco con delega all’Ambiente, Maria Pia Funaro, aveva già ad inizio mese chiesto ragguagli al dirigente responsabile del procedimento sullo stato dell’arte dei tre finanziamenti che valgono complessivamente ben 12 milioni di euro.

La convenzione fra la Regione e il Comune risale al 2018, quindi a cinque anni fa. I soldi dovrebbero essere nella disponibilità di Palazzo dei Bruzi che dovrebbe soltanto indire i bandi di gara. In cinque anni, però, nulla si è mosso a quanto risulta e dei tre interventi ( mitigazione del rischio idraulico nei bacini del Crati, Busento e Campagnano, per un importo totale di 3.940.000,00 euro; mitigazione del rischio nella frazione Donnici e in località Cozzo San Lorenzo; completamento degli interventi di messa in sicurezza di località Mussano per due milioni di euro e “Interventi di mitigazione del rischio frana nel Centro Storico e nelle aree contermini” per 6.895.000,00 euro) soltanto sul terzo è stata avviata la gara. Sugli altri due invece zero e porto zero.

E nessuna informazione ha avuto anche l’assessore Funaro alla quale il dirigente non ha dato alcun riscontro. La cosa, come logico, ha infastidito abbastanza l’esponente politico che pare sia intenzionata a chiedere al sindaco un cambio del Rup se non dovessero intervenire fatti nuovi. Non sappiamo quale sia l’orientamento dell’amministrazione comunale, ma il dato è che ci sono dodici milioni fermi per il consolidamento di zone ad alta fragilità come hanno dimostrato le frane e gli allagamenti che si sono registrati proprio a Donnici il 26 maggio scorso. Quattrini che avrebbero un doppio vantaggio: da un lato garantire maggiore sicurezza ai cittadini, dall’altro immettere nell’economia cittadina una liquidità di un certo rilievo. Cosa si sta aspettando?