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«Nella relazione tecnica generale allegata al decreto di autorizzazione alla realizzazione della discarica n. 14284/2019 al paragrafo 5.3.6 Controllo e gestione del percolato è riportato: “Nella gestione della discarica, particolare attenzione va prestata al percolato, fluido originato con l’infiltrazione dell’acqua nella massa dei rifiuti unita alla decomposizione dei rifiuti stessi. Possiede un elevato tenore di inquinanti organici ed inorganici, che derivano dai processi biologici e fisico-chimici che si sviluppano all’interno di una discarica”». È quanto scrive, a proposito della vicenda della discarica di Pipino, a Scala Coeli, il presidente del circolo Legambiente Nicà Nicola Abruzzese.
Che riporta ancora un passaggio della suddetta relazione: «È previsto un sistema di raccolta del percolato sul fondo della vasca costituita da una serie di condotte all’interno dello strato drenante che convogliano per gravità il percolato stesso nei n° 2 pozzi di estrazione previsti, uno per ciascun Lotto (vedi figure successive e Tav. 2.03 Planimetria raccolta del percolato, Tav. 4.01a Particolare pozzo di raccolta percolato-Impermeabilizzazione vasca (foto sotto) e Tav. 4.01h Particolare stoccaggio percolato). Il percolato raccolto nei pozzi di estrazione sarà sollevato dal fondo mediante elettropompe sommerse e quindi inviato ai serbatoi di stoccaggio della capacità complessiva di circa 750 mc (n° 30 serbatoi a asse verticale di capacità 25 mc ciascuno inseriti in una vasca di contenimento in c.a)».
«Inoltre – prosegue – nella relazione tecnica impianto di trattamento del percolato allegata al decreto n. 14284/19, al paragrafo 4.4 Sistema di filtrazione con tecnologia “chimico-fisico” è riportato: “Il percolato prodotto dalla discarica verrà immesso in 30 serbatoi di stoccaggio con capacità totale pari a 750 m3 valutati secondo una scelta progettuale i quali saranno allocati all’interno di una vasca di contenimento in cemento armato con capacità pari a 1/3 della capacità totale dei serbatoi (vedi Planimetria Raccolta Percolato Tav. 2.01)”».
«In sintesi – chiosa – nel catino della discarica era prevista la realizzazione di un pozzo di raccolta del percolato a da qui pompato nei 30 serbatoi di stoccaggio allocati in una vasca di contenimento in cemento armato prima di essere trasferito nell’impianto di trattamento».
«In seguito all’ingente sversamento di percolato dalla discarica – che ha interessato i territori dei comuni di Scala Coeli, Terravecchia, Crucoli e Cariati fino ad arrivare al Mare Ionio avvenuto il 22/06/2023 – dichiara il presidente del circolo Legambiente Nicà – pretendiamo di sapere cosa realmente ha provocato questo disastro ambienta e più volte preannunciato in quanto, sembra poco plausibile che quanto accaduto sia dipeso dalla rottura o malfunzionamento del tubo di aspirazione».
«Pertanto – conclude – si chiede agli organi inquirenti di fare piena luce su quanto accaduto e di verificare se quanto realizzato corrisponda a quanto autorizzato e in caso di variazioni accertarsi della leggitimità e delle autorizzazioni ricevute».
