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Sono tre le mosse con con cui il Cosenza ha svoltato ed ha lasciato, si spera definitivamente, la zona playout.
Sono tre le mosse con con cui il Cosenza ha svoltato ed ha lasciato, si spera definitivamente, la zona playout. In organico non c’è un attaccante che garantisca non tanto la doppia cifra, ma una certa continuità nel fare gol, e pertanto Braglia ha dovuto fare di necessità virtù. Le mosse, come per una stagione fa, sono sostanzialmente tre.
[nextpage title=”IL MODULO” ]
Il cambio di marcia è arrivato con il modulo: il ritorno al 3-5-2 è chiaramente la svolta tattica che al Cosenza serviva per tirarsi fuori dai bassifondi della classifica. Dopo aver provato, senza accantonarli definitivamente, il 4-3-1-2 e il 4-3-3, Braglia ha capito di dover mettere da parte gli esterni e riportare in cabina di regia Palmiero.
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[nextpage title=”LA DIFESA” ]
Impossibile non sottolineare il rendimento della retroguardia rossoblù. Si erano intraviste cose egregie già con la presenza di Capela, ma una volta andato ko lo stopper portoghese è toccato a Dermaku tornare su livelli alti. Solo in un’occasione, a La Spezia al cospetto di Okereke, l’italo-albanese ha preso un’imbarcata mai vista in maglia rossoblù. Gli altri due marcatori, Idda e Legittimo, sono perfetti per un pacchetto a tre. In una linea a quattro, invece, avevano entrambi manifestato dei problemi in una categoria mai affrontata in carriera. Per il momento sono in naftalina Tiritiello e Pascali, mentre in porta Perina ha fornito le giuste garanzie che Saracco e Cerofolini non avevano dato al Cosenza.
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[nextpage title=”FORMAZIONE TIPO” ]
Braglia è arrivato alla sosta scegliendo una formazione tipo. Undici calciatori titolari e tre cambi già programmati a meno di indicazioni diverse da parte del rettangolo verde. Al giro di boa si è andati con Bruccini e Mungo mezze ali titolari e con Garritano primo cambio. Palmiero si è riconquistato il posto. Stesso discorso in attacco per Baclet-Baez pronti a subentrare a Maniero e Tutino. Della retroguardia si è già detto, mentre sugli esterni Corsi e D’Orazio non hanno rifiatato praticamente mai. Il mercato darà loro anche delle alternative.
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