Una giornata surreale, ma i tifosi del Cosenza Calcio ormai ci sono abituati. Sono state ventiquattr’ore davvero particolari quelle vissute a via degli stadi fra il pomeriggio di lunedì e quello di ieri. A bocce ferme, di solito, le ricostruzioni acquisiscono senso. Ma anche a distanza di un giorno, il ritmo delle cose non ha grande significato.

Leggi anche ⬇️

Non tanto per l’esonero di Alvini, che si era reso purtroppo necessario. Il tecnico di Fucecchio ha cercato disperatamente di tirare qualcosa fuori dalla squadra, ma la vittoria contro la Carrarese era un fuoco di paglia. Due 3-0 consecutivi, il secondo dei quali in casa, hanno portato il Cosenza Calcio a sollevare dall’incarico il tecnico. E fin qui tutto normale. Il problema è il come.

Cosenza Calcio, se Guarascio sbaglia (sempre i tempi)

Inutile girarci intorno, la situazione del Cosenza Calcio è estremamente paradossale. L’esonero di Massimiliano Alvini ha ricordato molto, nei modi e nei tempi, quello di Fabio Caserta dello scorso anno. Il tecnico pronto a dirigere la seduta, poi l’esautoramento istantaneo. E ancora: l’esonero, in alcuni casi, è scontato. Ma non è questo il punto focale. Il punto focale è il come.

Eugenio Guarascio, da presidente del Cosenza Calcio, ha più volte servito questi colpi di scena. Ma se già questa non è la norma nello sport, in una situazione sportivamente tragica come quella che vivono i Lupi deve esserlo ancora di meno. Senza dimenticare che già poche settimane fa Alvini sembrava sul punto di salutare, prima che la vittoria contro la Carrarese rimettesse tutto in ordine per soli quindici giorni. Il problema non è il tecnico, che pure paga i risultati scarsi ottenuti negli ultimi mesi (una vittoria nelle ultime quattordici partite). Il punto è la gestione societaria. La speranza di tutti è che Tortelli e Belmonte riescano in un miracolo che, stante così le cose, appare realmente impossibile. Ma, qualsiasi sia il finale, il redde rationem dovrà essere durissimo per tutti.