Sognava sicuramente un inizio diverso Fabio Lupo. Il direttore sportivo del Cosenza, dopo due giorni di grande, grandissima fatica per riuscire a trovare in tempi ristrettissimi un allenatore, è arrivato ieri in città, con un Buscè in mano, voglioso di presentarsi alla piazza. Pensava che ad attenderlo ci fosse la conferenza stampa ed invece, a poche ore dall’inizio, il dietrofront della società bruzia, raccontato prima. Come se non bastasse due calciatori (Kouan e Venturi) hanno mandato un certificato medico e gli altri compagni si sono dovuti organizzare da sé perché nessuno li ha accolti.

Lupo, un professionista tra mille difficoltà

Ed è sintomatico che alla paventata chiacchierata “informale” alla quale la “società”, o meglio una certa Gaia, che si è presentata poi come una dipendente del Cosenza, ha invitato i giornalisti, non vi sia stato nessuno. Lupo è rimasto da solo nell’antistadio dello stadio “Marulla”. Insieme a Micheli, Xausa e del nuovo team manager, da quel che si dice, Perna, in attesa di qualcuno. Ma nessuno ha varcato il cancello per chiacchierare con il ds se non qualche curioso o qualche addetto ai lavori, passato di lì solo per capire che aria tirasse.

Un quadro sconsolante per un professionista come il pescarese che, dall’alto della sua esperienza nel mondo del calcio, aveva sicuramente intuito e messo in conto qualcosa. Conquistare Cosenza sarebbe stata comunque un’impresa, farlo in queste condizioni, nella disorganizzazione generale e senza alcuno spiraglio di luce verso il futuro, diventa qualcosa di proibitivo per chiunque.