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Che c***o ci fai fuori dall’area, Fumagalli?! Vai dentro! È finita, vai dentroooo! Per quel poco che ricordo, queste sono state le mie ultime parole prima dell’estasi suprema (che è propria dell’idillio dell’amore) (cit). Raggiunta grazie al movimento del Puma, che prima detta il passaggio corto a Rizzo Pinna dal corner e poi, sgamato da un difensore avversario, resta a danzare sulla lunetta dell’area di rigore, da dove calcia al volo uno dei più bei gol mai segnati dalle maglie rossoblù. Lasciando senza voce il professor Tamburello che c’era in me.
La rimonta vista all’Arena Garibaldi è figlia di un primo tempo sfortunato (il passivo di due reti, visto dagli spalti, è parso eccessivo) e di una ripresa nella quale è girato (quasi) tutto per il verso giusto. La cattiva sorte, in realtà, era stata determinata da due grossi errori difensivi sulle reti di Lind e Piccinini, le uniche vere occasioni dei nerazzurri. Ma è anche vero che, di fronte, c’era la seconda in classifica, una delle migliori formazioni della serie B. La fortuna, invece, è arrivata grazie ai cambi decisi da Alvini e all’errore di Marin dal dischetto: il 3-0 sarebbe stato il game, set, match di giornata. Dagli spalti, invece, è partito quel coro fantastico, non tifo gli squadroni, tifo te, ed è sembrato che assieme al volume delle voci salisse anche la voglia degli undici in campo di tentare una rimonta che, a quel punto, pareva impossibile. Al di là delle suggestioni, l’ingresso di Venturi al posto di un Dalle Mura (per una volta) in confusione e di Ricci per Ciervo (in difficoltà da un po’ di gare a questa parte) avevano già invertito la rotta al rientro dagli spogliatoi.
Se servono tre indizi per fare una prova, quello di Pisa è addirittura il sesto risultato ottenuto in rimonta da pareggio o svantaggio in questo torneo (Samp, Bari, Juve Stabia, Brescia, Modena). Basta e avanza per dire che il Cosenza di Alvini non muore mai. Al carattere, che si era già visto ad esempio sotto di due gol a Mantova, ha aggiunto il nerbo. E cioè la lucidità. Quella degli ultimi venti minuti non è stata una squadra alla ricerca disperata del pari, ma dei punti deboli degli avversari. Josè Mauri in regia ha gestito bene la manovra (peccato ora per il suo infortunio), mentre a un Rizzo Pinna già molto dinamico nella frazione iniziale sulla sinistra è stata concessa maggiore mobilità sul fronte offensivo.
Parafrasando quel talento incredibile di Greentea Peng, non è troppo tardi, anzi, è il momento giusto per staccare le squadre di coda. Il Frosinone arriva carico dopo la vittoria contro il Cesena, mentre il Cittadella affronta lo Spezia e il Sudtirol va a far visita alla Juve Stabia. Al Marulla è obbligatorio non permettere ai ciociari di agganciare quella zona “arancione”, che al momento vede dieci squadre in quattro punti, e sperare che anche a veneti e altoatesini accada lo stesso con le rispettive avversarie. Come scrissi già dopo la pausa novembrina, le gare da qui a fine dicembre andranno a ridefinire la graduatoria – ed è bene che il Cosenza trovi il modo di stare più davanti possibile.
Per questo, avrei quasi preferito battere il Modena e perdere a Pisa, che non uscire con due pareggi consecutivi. Avremmo un punto in più, ma soprattutto ne avremmo tolto uno a una diretta concorrente. Dunque Frosinone, Carrarese e Catanzaro sono le tre partite da non sbagliare. Detto più chiaramente: da non perdere in nessun modo, perché con una classifica così corta il rischio concreto è di scivolare rapidamente in basso. È vero pure che questo allungarsi della striscia positiva aiuta a dare fiducia alla squadra di Alvini. E quindi bene così.
Le note liete che arrivano dalle ultime giornate riguardano soprattutto l’attacco. Complici partite più “tirate”, il Cosenza è passato da sette reti nelle prime otto giornate a nove nelle ultime sei. Cinque delle quali sono state firmate dagli attaccanti: Mazzocchi (tre), Fumagalli e Zilli. Il resto da chi è chiamato ad attaccare l’area dalla trequarti (Florenzi), mediana (Charlys) e dalle corsie esterne (Ricciardi, due). Questo non vuol dire che, a gennaio, quel reparto e la difesa non andranno rinforzati. Magari sacrificando Sankoh e Zilli, mentre nella retroguardia Camporese e Hristov (tra infortuni, squalifiche e scelte tecniche) paiono già usciti dai radar di Alvini.
Tornando alle reti che arrivano, finalmente, dall’attacco, la notizia è buona perché ci dice che anche le punte stanno cominciando a entrare nella logica del gioco di Alvini. E quel punto strappato a morsi (che, per Alvini, fucecchiese, aveva un doppio valore) dev’essere benzina nel motore per questo dicembre. Da inizio campionato appena tre squadre hanno battuto i Lupi finora: Mantova (giornata storta e sfortunata), Sassuolo (la prima della classe) e Sudtirol. Solo le tre di testa, Bari e Catanzaro sono riuscite finora a subire meno sconfitte. Qualcosa vorrà pur dire…