Il Cosenza Calcio riparte da Fabio Lupo. Com’è noto è lui il direttore sportivo rossoblù, scelto dalla società silana per inaugurare un nuovo corso sportivo in vista della stagione 2025/2026. Con l’arrivo del dirigente abruzzese classe 1964, il club punta su una figura di grande esperienza, nota per la sua capacità di operare con intelligenza in contesti complicati e con budget ridotti. Una scelta che lascia intendere quale possa essere la direzione tecnica della nuova stagione: pragmatismo, competenza e un occhio attento ai giovani e ai profili emergenti.

Un lungo percorso tra Serie A, B e C

Fabio Lupo porta con sé un curriculum lungo e articolato. In carriera fu un centrocampista che toccò l’apice con la maglia dell’Ancona, squadra con la quale giocò in Serie A nel 1992/93, disputando due anni dopo una storica finale di Coppa Italia contro la Sampdoria, visto che l’Ancona nel frattempo era finito in Serie B. Curiosità. Lupo segnò il gol della bandiera dei marchigiani e, ancora oggi, risulta essere l’ultimo marcatore di Serie B in una finale di Coppa Italia. La sua carriera da direttore sportivo inizia a Giulianova nel 2003. Negli anni però Lupo è stato protagonista in piazze importanti come, in ordine sparso, Palermo, Genova sponda Sampdoria, Ascoli e Venezia. Proprio in laguna ha avuto modo di lavorare sotto la presidenza di Joe Tacopina nella stagione 2019/2020, contribuendo alla salvezza di un Venezia partito da ripescato. Sua l’intuizione di affidare la panchina a Alessio Dionisi, poi protagonista in Serie A con l’Empoli ed il Sassuolo.

Giovani, intuizioni e mercato low-cost

Tra le qualità principali di Lupo c’è sicuramente il fiuto per i giovani. Fin dai tempi della Sampdoria, ha mostrato particolare interesse per prospetti poco valorizzati. È il caso di Pasquale Foggia, individuato ai tempi del Treviso e seguito fino al trasferimento alla Lazio: Lupo lo definì “un ragazzo dotato di talento e personalità, nonostante l’aspetto ancora acerbo”.

Un altro caso emblematico riguarda Mauro Icardi, che nel vivaio della Samp appariva come un attaccante irregolare e poco incline al sacrificio. Lupo decise di puntare su di lui: insistette con lo staff tecnico, motivò il ragazzo con numerosi colloqui personali e lo spinse a emergere. Scommessa più che vinta a quanto pare vista poi la carriera del bomber argentino.

Non solo: tra i talenti seguiti dal dirigente abruzzese figura anche Fabio Quagliarella. Fu proprio Lupo, durante la sua esperienza all’Ascoli nella stagione 2005/06, a portarvi l’attaccante campano, allora giovane promettente. In seguito Quagliarella esplose alla Sampdoria, divenne uno dei migliori attaccanti italiani, con una carriera lunga e ricca di successi.

Ma non solo. Si deve a Fabio Lupo l’arrivo in Serie B di calciatori come Baschirotto o lo stesso ex cosentino Collocolo, che il ds prese all’Ascoli dalla Serie C, durante la sua seconda esperienza in bianconero nel 2020.

Il valore della coerenza

Tuttavia, Lupo non è solo un talent scout. È anche un uomo di principi solidi, che ha spesso messo la coerenza davanti al tornaconto personale. All’Ascoli, per esempio, lasciò l’incarico dopo pochi mesi, rassegnando le dimissioni e rinunciando a un anno di contratto. Alla base della sua decisione, le continue ingerenze di figure non ufficiali, la cosiddetta “Corte dei miracoli”, come l’ex arbitro Massimo De Santis o l’allenatore Sandro Pochesci, che secondo Lupo condizionavano le scelte tecniche e di mercato del patron Pulcinelli.

“Non si può lavorare in un contesto dove ogni giorno c’è un consigliere diverso che mette bocca”, spiegò a Tuttomercatoweb. Un addio amaro, ma che ricalca una linea già tracciata in passato: basti pensare all’esonero a Palermo nella stagione 2017/2018, quando venne sollevato dall’incarico con la squadra al terzo posto. Anche lì, dissapori con Zamparini e scelte di mercato non condivise portarono alla rottura.

A Cosenza per aprire un nuovo ciclo

Ora, per Fabio Lupo si apre la sfida Cosenza. In un ambiente che ha bisogno di stabilità, idee chiare e rilancio tecnico, la figura del dirigente pescarese sembra poter garantire il giusto mix tra competenza e carattere. Il club silano ha deciso di puntare su un profilo che conosce a fondo le dinamiche della Serie C e sa come costruire squadre solide senza dover per forza rincorrere i grandi nomi. Anche in questa occasione, il nuovo ds porterà con sé una metodologia fondata sull’osservazione diretta, sul rapporto personale con gli atleti e sulla costruzione di gruppi affiatati, più che di nomi altisonanti. Certo, in rossoblù ci sarà da affrontare una problematica in più, ovvero quella di dover lavorare con i paletti imposti da Guarascio. La sfida non sarà delle più facili, ma Fabio Lupo, anche questa volta, non si tirerà indietro.