La città di Montalto Uffugo oggi è stata teatro di una protesta scaturita dall’annunciato mancato rinnovo della commessa Tim all’Abramo Customer care Center mettendo a rischio ben 500 posti di lavoro tra Calabria e Sicilia. Dal primo gennaio 493 dipendenti delle sedi di Montalto Uffugo, Catanzaro e Palermo saranno posti in cassa integrazione a zero ore. I sindacati sono sul piede di guerra: «Chiederemo incontri ai ministeri, fin da subito è aperto lo stato di agitazione».

L’azienda è già in amministrazione controllata dal gennaio 2022 e i lavoratori hanno un arretrato di quattro mensilità. In buona parte si tratta di contratti part time quindi con stipendi medi di circa 750 euro. Per cui in cassa integrazione, all’ottanta per cento, le retribuzioni scenderanno ad un livello che non potrà consentire il sostentamento. Il personale ha proclamato due giornate di sciopero e attende di conoscere il proprio destino. Di seguito, nel video, le interviste realizzate sul posto durante il sit-in.

Sorte comune con la Sicilia

Domani anche il personale di Palermo ha dichiarato lo stato di agitazione e uno sciopero che coinvolgerà l’intero turno di lavoro per tutto il personale dell’unità produttiva siciliana. Le segreterie territoriali di Slc Cgil, Fistel Cisl, e Uilcom Uil sono incredule di fronte alla decisione del committente Tim di non indire una gara d’appalto per queste commesse.

Le rappresentanze sindacali lamentano la mancanza di provvedimenti da parte di Tim per applicare la clausola sociale attraverso il cambio appalto, una misura che avrebbe garantito la salvaguardia dell’occupazione. Invece, Tim sembra preferire un percorso illegittimo e poco trasparente, mettendo a repentaglio il futuro dei lavoratori di Abramo Customer Care.