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Un torrido martedì d’estate. È il 15 luglio del 1997. «Pronto?! Sono al 1116 di Ocean Drive, un uomo è stato ferito con una pistola, per favore, per favore, per favore!» Dalla cornetta del telefono del 911, alle 8 e 45, una voce maschile supplica con accento italiano: “Perché non sono ancora arrivati?! Siamo solo a un minuto di distanza!” Pochi istanti dopo, Carlos Noriega, poliziotto in servizio del dipartimento di Miami Beach, si fa strada di corsa tra le case art decò di South Lake.
L’allarme è partito da Casa Casuarina
L’allarme è partito da Casa Casuarina, la pomposa magione di Gianni Versace a Miami. Il re della moda giace immobile in una pozza di sangue, le chiavi di casa da un lato e il giornale dall’altro, di fronte alla porta di ingresso. Disperato, sulla soglia, il suo compagno, Antonio D’Amico, supplica i paramedici di aiutarlo. Mentre il corpo insanguinato dello stilista viene caricato su una barella, giù in fondo alla strada un ragazzo corre disperato, zigzagando tra i bronzi di Riace che sfilano sulla strada di ‘Miami Vice’. In mano ha una semiautomatica Taurus PT, nel petto, il cuore che palpita frenetico.
La storia dell’omicidio Versace
Era il 15 luglio 1997 quando Gianni Versace fu ucciso mentre rincasava dalla sua passeggiata mattutina. L’omicidio lasciò un impero della moda da centinaia di milioni di dollari in sospeso. Il mondo reagì con costernazione all’inspiegabile assassinio dello stilista. Sting e Elton John piansero ai funerali, mentre la polizia seguiva una pista. Pochi metri distante dal luogo dell’aggressione, nel giardino della sontuosa villa, gli agenti trovarono la carcassa di una colomba bianca, una firma inconfondibile della malavita organizzata. Tuttavia, l’ipotesi di un legame con la mafia si rivelò errata: la colomba era stata colpita accidentalmente da un proiettile. La verità era a poche miglia di distanza, nella rabbia di un ragazzo di 23 anni, mezzo filippino e mezzo italiano.
Gianni Versace e Andrew Cunanan
Prima di incrociarsi, le strade di Gianni Versace e Andrew Cunanan avevano fatto giri lunghissimi. Secondo di tre figli di una famiglia di Reggio Calabria, classe 1946, Gianni crebbe nell’atelier di mamma Franca, alimentando la sua grande sensibilità artistica e la sua vena creativa. Nel 1972 si trasferì a Milano per lavorare nel mondo della moda, dove fondò il celebre marchio con la medusa. Versace diventò un’icona degli anni ’90, vestendo le donne più belle e influenti del decennio, tra cui Lady Diana.
Mentre Gianni Versace raggiungeva il successo, Andrew Cunanan, nato nel 1969 da una madre italiana e un padre filippino, sviluppava una personalità patologica. Intelligentissimo, con un QI di 147, era un manipolatore e un bugiardo prolifico. Dopo che suo padre tornò nelle Filippine, Andrew abbandonò la casa per condurre una vita ai limiti della prostituzione, diventando il party boy della comunità gay d’alto bordo.
Il punto di rottura
Il 1997 segnò l’inizio della caduta di Cunanan. La sua crisi esistenziale culminò con una serie di omicidi. Ad aprile, Andrew uccise a martellate Jeffrey Trail, 28 anni. Pochi giorni dopo, sparò a David Madison, 33 anni, che chiamava ‘l’amore della mia vita’. Il terzo omicidio fu quello di Lee Miglin, immobiliarista 75enne, torturato e ucciso a Chicago. Infine, Cunanan uccise William Reese, custode di un cimitero militare, per rubare il suo pick up rosso e dirigersi verso la Florida.
Tutti i dubbi del caso
È durante il viaggio tra l’Illinois e la Florida, nei 1913 km che separano Chicago e Miami, che emergono tutti i dubbi del caso Versace. Perché, dopo aver ucciso tre partner di lungo corso e un custode, Cunanan decise di affrontare quasi 20 ore di viaggio, da ricercato, per uccidere Gianni Versace? Le indagini rivelarono che i due si erano incrociati solo una volta all’opera, ma non esisteva un legame stretto tra loro.
Come è morto Andrew Cunanan
Dopo l’omicidio di Versace, Cunanan divenne uno dei 100 uomini più ricercati d’America dall’FBI. Dopo una caccia all’uomo durata alcuni giorni, gli agenti lo trovarono in una casa galleggiante poco distante da South Lake. Dentro c’era il corpo senza vita di Andrew Cunanan, morto con la stessa arma dei delitti. Il caso della morte di Versace fu archiviato ufficialmente come suicidio di Cunanan.
L’eredità di Donatella Versace
Mentre le ceneri di Gianni Versace furono sepolte nella tomba di famiglia vicino al Lago di Como, il brand risorse grazie alla guida della sorella Donatella Versace. Il testamento affidò alla figlia di Donatella, Allegra, l’11enne, il 50% del gruppo Versace. Tuttavia, rimangono ancora molti tasselli mancanti nella storia, tra cui il movente. Secondo l’ipotesi più accettata, Cunanan uccise Versace per invidia sociale, vedendolo come il simbolo di tutto ciò che avrebbe voluto essere e non era diventato.
L’epilogo
Nonostante le ipotesi, rimane inspiegabile l’improvvisa escalation omicida di Cunanan iniziata nell’aprile del ’97. La giornalista Maureen Orth, nel libro Vulgar favors, ipotizza che la vendetta per un ipotetico contagio dell’HIV possa essere stata la causa scatenante. Gli esami medico-legali hanno escluso che Gianni Versace fosse sieropositivo. La tragica fine di Gianni Versace, simbolo di talento e creatività, rimane un mistero avvolto in molte ombre, ma il suo impatto sulla moda e sulla cultura è indiscutibile e duraturo.