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Soprintendenza di Cosenza travolta dall’inchiesta condotta dalla procura bruzia su una serie di appalti che, secondo l’impianto accusatorio, sarebbero viziati da innumerevoli irregolarità. Per l’ufficio inquirente coordinato dal procuratore capo Mario Spagnuolo, non vi erano i presupposti per conferire i lavori di “somma urgenza” nell’ambito del settore dei beni culturali. Tesi portata avanti dal pubblico ministero Giuseppe Cozzolino, il quale ha ottenuto (finora) due condanne e sette rinvii a giudizio.
Due condanne in abbreviato
Nel processo con il rito abbreviato infatti sono stati condannati Giuseppe Miccoli, ispettore di cantiere, e Oscar Nicola Covello, direttore operativo. Miccoli ha subito una condanna a un anno e dieci mesi di reclusione, mentre Covello un anno e sei mesi di carcere. Ad entrambi gli imputati il gup del tribunale di Cosenza ha concesso la pena sospesa e la non menzione nel casellario giudiziale.
Alcuni dei lavori contestati in provincia di Cosenza
I lavori finiti sotto la lente d’ingrandimento del pm Cozzolino risalgono al 2017 e al 2018, epoca pre-Covid. Gli investigatori infatti si erano concentrati su una serie di opere in provincia di Cosenza, come il restauro della chiesa di San Giorgio Martire di Oriolo, i lavori relativi ai ruderi del convento del terzo Ordine regolare di San Francesco d’Assisi di Oriolo, il restauro degli affreschi della chiesa di Santa Maria della Neve di Verbicaro e non solo.
Alcuni imputati, inoltre, sono accusati di aver violato i doveri di riservatezza avendo rivelato a uno dei soggetti coinvolti, l’imminente consegna al Nucleo CC T. P. C. di Cosenza dell’intera documentazione riguardante i lavori eseguiti presso la chiesa del Santo Spirito di Laino Borgo. Questi e altri presunti reati connessi tra loro hanno portato il tribunale di Cosenza, oltre alla condanna di Covello e Miccoli, di rinviare a giudizio sette persone.
Tra gli imputati l’ex Soprintendente di Cosenza Mario Pagano
Personalità importanti della Soprintendenza di Cosenza, come l’ex Soprintendente Mario Pagano, al quale viene contestato in un caso di aver attestato falsamente che il Segretariato regionale del Mibact per la Calabria aveva autorizzato la Soprintendenza di Cosenza a dare corso ai lavori di somma urgenza «per un importo di lavori a misura pari a 296.541,27 euro al netto di ribasso d’asta al 10,06%, di 15mila euro per lavori in economia e 36.108,96 euro per dispositivi di sicurezza non soggetti a ribasso d’asta, oltre Iva, imprevisti e somme a disposizione per spese generali».
Per la procura di Cosenza la circostanza sarebbe falsa in quanto il segretario regionale del Mibact per la Calabria si sarebbe limitato ad invitare la Soprintendenza di Cosenza a dare corso all’avvio dei lavori, «sollecitando la trasmissione di un progetto di spesa entro dieci giorni dalla consegna delle opere senza fare alcun riferimento all’importo delle stesse».
Sette persone rinviate a giudizio
Gli imputati che dovranno affrontare il processo, al via nel marzo del 2023, sono Francesco Conforti, Ippolito De Paola, Costantina Felicetti, Mario Pagano, Francesco Dodaro, Rossana Baccari e Lino Manna.