L’aggressione in branco si è verificata nel reparto di Alta sicurezza ed è stata improvvisa e brutale, il gruppo si è scagliato contro il poliziotto riempiendolo di pugni e calci
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Un altro episodio di violenza all’interno del carcere di Rossano. Ieri sera, nel reparto di Alta Sicurezza, un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito da cinque detenuti. L’attacco, raccontano fonti interne, è stato improvviso, brutale e privo di qualunque giustificazione. I cinque si sono scagliati contro il poliziotto con pugni, calci e schiaffi, lasciandolo ferito e sotto choc.
Secondo quanto riferito, i responsabili dell’aggressione si trovano ancora nella stessa sezione in cui è avvenuto il fatto, a causa della mancanza di spazi nell’area di isolamento. Una condizione che aumenta il livello di tensione e mette ulteriormente a rischio la sicurezza del personale in servizio.
A denunciare l’accaduto sono Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Ciccone, segretario regionale, che con parole ferme chiedono interventi immediati.
«Ci aspettiamo – dichiarano – che il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria disponga subito il trasferimento di questi delinquenti in altre strutture, dove scontare la pena in regime chiuso. È necessario adottare misure rigide verso chi non mostra alcun segno di ravvedimento.»
Durante e Ciccone puntano anche il dito sulla mancata applicazione di misure restrittive: «È arrivato il momento di applicare senza indugi il regime previsto dall’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario. Non possiamo tollerare che chi aggredisce un servitore dello Stato resti impunito o, peggio, continui a restare nello stesso reparto.»
L’aggressione riaccende i riflettori sulle condizioni di sicurezza nelle carceri e sul clima difficile in cui operano ogni giorno gli agenti penitenziari. Il personale, denunciano i sindacati, è spesso lasciato solo ad affrontare situazioni pericolose, in carenza di organico e senza adeguati strumenti di tutela.
Il caso di Rossano, l’ennesimo in poche settimane, è la spia di un sistema penitenziario che rischia di esplodere. I sindacati chiedono una presa di posizione chiara e urgente da parte delle istituzioni competenti.