La difesa di un candidato: «Due quesiti prevedevano la possibilità di più risposte corrette»
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Con Ordinanza collegiale n. 565/2025, la Sezione Prima del Tribunale Amministrativo Regionale, interviene sulla procedura concorsuale per n. 10 unità a tempo indeterminato nel profilo professionale di Agente di Polizia Locale bandita nel Luglio 2025.
Nel corso del processo instaurato al TAR dal ricorrente A.M. è emersa l’ambiguità ed erroneità di quiz afferenti la prova scritta. La vicenda trae origine dalla prova scritta del concorso, articolata in trenta quesiti a risposta multipla, nella quale il candidato aveva conseguito un punteggio di 19/30, risultando escluso dalla fase orale per un solo punto.
Il ricorrente aveva contestato l’ambiguità di due quesiti, sostenendo che entrambi ammettessero più risposte corrette, in violazione del principio della par condicio tra i candidati. L’Amministrazione comunale, già in sede di autotutela, aveva riconosciuto la fondatezza delle doglianze relative al quesito n. 18 – concernente le funzioni di ufficiale dell’anagrafe – procedendo alla rettifica della graduatoria e attribuendo il punteggio pieno a tutti i candidati che avevano fornito una delle due risposte ritenute corrette. Tale intervento aveva consentito a cinque candidati di aumentare il proprio punteggio.
Tuttavia, il ricorrente rimaneva fermo al punteggio di 20/30, poiché l’Ente non riconosceva l’illegittimità del secondo quesito contestato, il n. 10, relativo alla disciplina delle competenze degli organi comunali e provinciali. Il candidato aveva risposto che tali competenze sono disciplinate dalla legge e dallo statuto, mentre l’Amministrazione riteneva corretta esclusivamente la risposta; dallo statuto nell’ambito dei principi fissati dalla legge.
Nel ricorso, l’Avvocato Dario Sammarro ha dimostrato, attraverso un’attenta analisi degli articoli 6 e 7 del d.lgs. 267/2000 (Testo Unico degli Enti Locali), che la risposta fornita dal candidato non poteva ritenersi errata, rappresentando fedelmente il sistema delle fonti delineato dal legislatore.
La difesa ha richiamato la consolidata giurisprudenza amministrativa secondo cui ogni quiz a risposta multipla deve prevedere con certezza una risposta univocamente esatta, non potendo la Commissione tendere tranelli e formulare domande ambigue e confondenti ai candidati.
Il TAR Calabria, riconoscendo la fondatezza delle censure, ha accolto l’istanza cautelare e ammesso il ricorrente alla prova orale del concorso, anche con riserva, disponendo l’attribuzione del punteggio positivo sul quesito contestato. Vi potranno essere riverberi sulla graduatoria definitiva.
La decisione si inserisce nel solco di un orientamento sempre più attento alla tutela dei candidati nei concorsi pubblici, che impone alle Amministrazioni di formulare quesiti chiari e univoci, evitando ambiguità che possano compromettere la parità di trattamento tra i concorrenti e il diritto costituzionale di accesso agli impieghi pubblici.

