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Dalle luminarie di Scarpelli ai lavori del canile di Donnici. La sentenza sugli “appalti spezzatino” ha chiarito anche questo aspetto, come evidenziato dal giudice estensore Carmen Ciarcia. Accusa che riguardava gli imprenditori Francesco Amendola e Francesco Rubino. «In data 5 dicembre 2011 da un sopralluogo effettuato congiuntamente dal geometra comunale Attilio Alfieri, e dalla responsabile dell’Asp, dott.ssa Bonofiglio, presso il canile sanitario comunale, era emersa la necessità di lavori ulteriori, non previsti ed improcrastinabili, rispetto a quelli già realizzati, per ottenere il nulla osta all’apertura della struttura, per un importo previsto di 38mila euro circa».
Anche in un sopralluogo condotto nel 2012 dall’allora assessore all’Ambiente, Martina Hauser, era emersa la stessa necessità di «lavori ulteriori rispetto a quelli già realizzati». Poi venne rilevata la necessità di sistemare il piazzale esterno per rendere accessibile la struttura, con previsione di spesa, come da relativa progettazione, pari a 27mila euro.
Il tribunale di Cosenza ha constatato una difformità tra le determine agli atti del fascicolo, ma ha concluso affermando che «deve rilevarsi come manchi in ogni caso la prova del cosiddetto dolo intenzionale, non essendo emersi rapporti di natura particolare, ossia di amicizia, parentela, cointeressenza, tra i dirigenti e tecnici dell’amministrazione comunale e le ditte beneficiarie». Imprevisti e urgenti sono stati ritenuti anche i lavori svolti presso il palazzo di giustizia, il rifacimento del manto stradale dopo alcuni interventi sulla rete idrica e il cimitero di Donnici e Colle Mussano.