Dopo aver parlato dei presunti “sottogruppi” di grido presenti in Recovery, è il caso di quelli “minori”, ovvero di sodalizi, o presunti tali, che avrebbero favorito il clan degli italiani, spacciando droga nella zona delle Serre cosentine. Anche in questo caso parliamo di narcotraffico, reato contestato, in particolare, ad Antonio Caputo e Angelina Presta.

Leggi anche ⬇️

La coppia infatti sarebbe collegata alla presunta associazione a delinquere dedita al traffico di sostanze stupefacenti, «consorteria egemone», secondo la Dda di Catanzaro e il gip Arianna Roccia, «sul territorio di Cosenza». Il sospetto “sottogruppo” sarebbe attivo nello smercio di diverse sostanze: cocaina, hashish e marijuana. Caputo e Presta, sulla scorta di quanto investigativo dalle forze dell’ordine, si sarebbero avvalsi della cooperazione dei fratelli Michele e Andrea Rudisi, Antonio Segreti, Giuseppe Carolei, Massimiliano Presta e Cristian Giordano, il quale resta in carcere. C’è da dire che nel momento in cui scriviamo, il Riesame di Catanzaro ha già ridimensionato il quadro cautelare di Giuseppe Carolei, passato dal carcere agli arresti domiciliari.

Leggi anche ⬇️

Per il giudicante cautelare, le conversazioni captate, su richiesta della Dda di Catanzaro, avrebbero fatto emergere la sinergia degli indagati. Nel caso in esame, Antonio Caputo, «sebbene all’epoca dei fatti si trovasse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari presso la propria abitazione di Mendicino, con l’ausilio e la cooperazione dalla sua compagna e convivente Angelina Presta», sarebbe riuscito «a smuovere notevoli quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina».