martedì,Ottobre 15 2024

Il gruppo D’Ambrosio anche nell’inchiesta sul narcotraffico tra Cosenza e Rende

Presente in Reset ma anche in Recovery, il presunto sodalizio criminale a caccia di droga da Milano alla Piana di Gioia Tauro. Ecco le ipotesi investigative

Il gruppo D’Ambrosio anche nell’inchiesta sul narcotraffico tra Cosenza e Rende

Non si può non partire da Reset per parlare del gruppo D’Ambrosio, coinvolto nel presunto sodalizio del narcotraffico anche nell’inchiesta Recovery. L’indagine della Dda di Catanzaro prende di mira nuovamente la ‘ndrangheta cosentina, in particolare il clan degli italiani. Ne abbiamo parlato in altri servizi, quando abbiamo illustrato i temi investigativi evidenziati dal gip Arianna Roccia, nei capitoli dedicati a Francesco Patitucci, Michele Di Puppo e Roberto Porcaro. Oggi, invece, tocca ad Adolfo D’Ambrosio, attualmente al 41 bis, già condannato in Vulpes, nell’inchiesta “Sistema Rende” e in attesa di giudizio in Reset.

I viaggi a Milano

Gli inquirenti antimafia ritengono che il gruppo D’Ambrosio, composto da diversi soggetti presenti nel procedimento penale portato a conoscenza dell’opinione pubblica il 1 settembre 2022, sia inserito organicamente «nel più ampio sodalizio di cui al capo 1», quello capeggiato per la Dda da Francesco Patitucci. Questa ipotesi investigativa si fonderebbe sulle numerose intercettazioni nelle quali sarebbero stati pianificati ed effettuati viaggi fuori regione (e in particolare a Milano), «aventi ad oggetto – scrive il gip – l’acquisto di ingentissimi quantitativi, 4 chili, di stupefacente da destinare al mercato» della droga di Cosenza.

I collegamenti con Rosarno

Inoltre, i magistrati antimafia di Catanzaro sarebbero convinti del fatto che il gruppo D’Ambrosio avesse diversi canali di approvvigionamento anche in Calabria. Si parla in questo caso di esponenti della famiglia Bellocco di Rosarno, «con cui aveva avviato una trattativa Montualdista», già imputato nel processo abbreviato di Reset. E quindi, al vertice del presunto “sottogruppo” dedito al narcotraffico ci sarebbe Adolfo D’Ambrosio, attivo in questo settore illecito dal 13 luglio 2019, data della sua scarcerazione, fino al 1 marzo 2020, giorno in cui è terminata l’attività intercettiva.

I pentimenti di Impieri e Lamanna

Per i pm Vito Valerio e Corrado Cubellotti, Adolfo D’Ambrosio avrebbe riordinato le fila del proprio gruppo raccogliendo a sé gli uomini più fidati. Tra questi, ci sarebbe Ivan Montualdista «e gli altri esponenti di rilievo della criminalità organizzata cosentina, Salvatore Ariello e Mario “Renato” Piromallo, nel corso del quale si è affrontato il problema scaturito a seguito della collaborazione intrapresa da Luciano Impieri e Daniele Lamanna», il primo pentitosi nel 2018 e il secondo nel 2016.

Proprio i pentiti Giuseppe Montemurro e Pierluigi Terrazzano hanno riferito sulla presunta esistenza del gruppo D’Ambrosio che, secondo gli investigatori, sarebbe composto anche da Simone Ferrise, uno dei presunti pusher operante per la Dda nella zona di Taverna di Montalto Uffugo, Ivan Montualdista, Fabiano Ciranno detto Fabio, il cui ruolo sarebbe stato quello di «corriere della droga» e di “riscossore dei proventi illeciti”, Luca Trotta e Pietro Capalbo.

Articoli correlati