Ridotta la misura interdittiva ad Andrea Sorrentino. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Catanzaro, accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Gianluca Garritano. Sorrentino è uno dei dirigenti del comune di Rende coinvolti nell’inchiesta della procura di Cosenza sull’Ente cosentino. Nel caso in esame, i magistrati di Cosenza contestano i reati di falsità ideologica e frode nelle pubbliche forniture, per i quali è stata disposta nel novembre del 2022 la misura interdittiva del divieto di esercitare attività professionali e imprenditoriali per la durata di sei mesi.

Inchiesta di Rende, la difesa di Andrea Sorrentino

Nel reclamo la difesa di Andrea Sorrentino ha contestato l’inutilizzabilità delle intercettazioni e degli atti formati alla scadenza dei 6 mesi e l’inutilizzabilità delle consulenze tecniche dell’ingegnere Risoli in quanto fondate sul contenuto delle conversazioni intercettate. L’avvocato Garritano inoltre ha evidenziato l’assenza di gravità indiziaria in relazione a uno dei capi contestati, quello della falsità ideologica continuata e in concorso, poiché rispetto agli amministrativi, tacciati come falsi e imputabili ad Andrea Sorrentino, non si sarebbe verificata alcuna immutatio veri in quanto le variazioni effettuate riguardavano situazioni imprevedibili e sopravvenute e avevano ad oggetto modifiche non sostanziali. E ancora: assenza di gravità indiziaria per altri due capi d’accusa perchè non sarebbe configurabile, a carico di Perugini, il delitto di frode nelle pubbliche forniture per mancanza dell’elemento oggettivo, in quanto l’esecuzione del contratto non sarebbe avvenuta in difformità da quanto previsto e disposto negli atti amministrativi di gara, non potendosi per tale motivo ritenere che vi sia stata la malafede contrattuale di Sorrentino e la consegna di un aliud pro alio.

Cosa scrive il Riesame su Andrea Sorrentino

Il Riesame di Catanzaro, rigettando la questione sull’inutilizzabilità delle intercettazioni e sul capo d’imputazione della falsità ideologica continuata e in concorso, relativa anche alla ristrutturazione del Palazzetto dello Sport di Rende e all’affidamento dei lavori alla Tecnoimpianti CRE Srl, ritiene fondato il ricorso avverso il reato di frode nelle pubbliche forniture sotto il profilo oggettivo, in quanto Sorrentino, responsabile unico del procedimento per alcuni lavori, non avrebbe realizzato alcun espediente ingannevole e malizioso, volto a mascherare un aliud pro alio, visto che tutte le modifiche apportate sono state comunque esternate ed approvate mediante le perizie di variante e le relative determine dirigenziali. Per cui l’ordinanza impugnata è stata annullata per i capi 32 e 36 e per effetto di ciò la misura interdittiva è stata ridotta da sei a quattro mesi. Di conseguenza, essendo già trascorso il tempo indicato dal Riesame, Andrea Sorrentino può tornare al Comune di Rende.