Unitarietà della ‘ndrangheta e riconducibilità al crimine di Polsi. È questo uno dei primo temi che hanno affrontato i giudici della Corte d’Appello di Catanzaro – Caterina Capitò presidente, Antonio Giglio e Carlo Fontanazza a latere – che hanno emesso sentenza sul processo di secondo grado Rinascita Scott, proveniente dal rito abbreviato. 

I magistrati, nelle motivazioni della pronuncia che ha confermato le condanne per associazione mafiosa disposte in primo grado, si soffermano sulla testimonianza del collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena il quale nell’interrogatorio del 5 novembre 2019 ha specificato che sebbene a Vibo Valentia non esistesse un “locale” di ‘ndrangheta riconosciuto, sia Domenico Camillò che Raffaele Franzè erano riconosciuti a Polsi quali ‘ndranghetisti di alto rango, per poi precisare che anche il “buon ordine” è un “istituto” della ‘ndrangheta riconosciuto dal Crimine di Polsi(Continua a leggere l’approfondimento su Lacnews24.it)