I pentiti si confermano croce e delizia di “Reset”. Il loro contributo, infatti, non si è rivelato sufficiente a trattenere in carcere Umberto Di Puppo, uno degli imputati eccellenti del processo contro le cosche cosentine.  L’esponente dell’omonimo gruppo criminale di Rende è stato scarcerato nelle scorse ore dal Tribunale del Riesame e anche nel suo caso si è trattato di un epilogo annunciato. In precedenza, era stata la Cassazione a mettere in dubbio la legittimità degli indizi e talvolta addirittura delle accuse mosse contro di lui.  

È il caso ad esempio dell’ipotesi di associazione mafiosa, un reato per il quale secondo i suoi difensori Angelo Pugliese e Gianluca Garritano, il 53enne Di Puppo ha già scontato la pena incassata nell’ambito del processo “Vulpes”. In quel caso fu riconosciuta in via giudiziaria la sua militanza criminale nel gruppo Lanzino-Patitucci dal 2007 al 2013. L’inchiesta “Reset” prova a estendere la sua partecipazione alle attività illecite del gruppo fino ai giorni nostri, ma – rilevavano Pugliese e Garritano – nessun collaboratore di giustizia supporta questa tesi. I loro racconti, infatti, si fermano al biennio 2012-2013, l’unico che riporta notizie più fresche, in tal senso, è Giuseppe Zaffonte, ma le sue dichiarazioni restano isolate. Insomma, mancano ancora le motivazioni del provvedimento, ma è pressoché scontato che il principio del ne bis in idem già proposto con successo in Cassazione abbia fatto breccia anche in sede di Riesame.

Anche l’accusa di estorsione lascia il tempo che trova secondo i giudici catanzaresi. Sul punto ci sono le dichiarazioni di Foggetti supportate da quelle di altri pentiti che parlano genericamente di un Umberto Di Puppo «dedito al racket». All’epoca il gip distrettuale e poi un altro Riesame avevano ritenuto validi tali riscontri, proponendo quello che, però, a giudizio della Cassazione era «un simulacro di motivazione, una non corretta applicazione della legge penale e di quella processuale». Pochi dubbi sul fatto che l’ultimo Tdl si sia determinato sulla stessa scia. Il risultato è che Umberto Di Puppo è ora un uomo libero. Fa parte anche lui del gruppone che in “Reset” ha scelto il giudizio abbreviato. Il processo che lo riguarda avrà inizio il 18 settembre del 2023.