Nel 2023 la magistratura e le forze dell’ordine hanno dato una risposta adeguata alle richieste di giustizia dei cittadini. Nel corso dell’anno sono state tante le inchieste che hanno fatto emergere le condotte illecite delle organizzazioni criminali, oggi impegnate soprattutto nel narcotraffico, ma non sono state meno le indagini sui reati finanziari. Le tre procure presenti sul territorio – Cosenza, Castrovillari e Paola – hanno seminato anche per il 2024. E le priorità sono chiare.

Non si perderanno di vista i reati da “codice rosso“, sempre più in aumento in tutto il territorio provinciale. Si registra quasi una misura cautelare al giorno contro chi maltratta i proprio familiari. E in tal senso, carabinieri, finanza e polizia cercano di lavorare celermente per giungere a una conclusione investigativa positiva. Il tutto è mirato a consegnare nel più breve tempo possibile gli elementi indiziari utili a far emettere un’ordinanza cautelare. C’è però tanto altro su cui indagare.

Dicevamo della droga. Prima delle vacanze di Natale, il tribunale collegiale di Cosenza si è espresso sulla presunta associazione a delinquere dedita al narcotraffico operante nei comuni di Roggiano Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese e Terranova da Sibari. Sono arrivate tante condanne, ma è stata esclusa l’agevolazione mafiosa. D’altronde sono oltre 30 anni che il gruppo Presta viene richiamato in diverse inchieste antimafia ma, giuridicamente parlando, non esiste. Altre indagini di questo livello sono state compiute nella zona della Piana di Sibari, dove la procura di Castrovillari è fortemente impegnata in stretta sinergia con la Dda di Catanzaro.

Nella Sibaritide la situazione è molto delicata. Abbiamo spiegato in un altro servizio che quell’area della provincia di Cosenza dovrebbe essere rafforzata con un numero molto più ampio di forze dell’ordine nei vari presidi militari tra Corigliano Rossano fino a Cassano Ionio. Si dibatte, invece, sulla riapertura del tribunale di Rossano. Nella piana di Sibari, comunque, la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha inferto due colpi importanti alla ‘ndrangheta con “Gentlemen 2” e “Athena“.

A Cosenza, nell’ultimo periodo, i magistrati sono stati chiamati a fronteggiare un’altra emergenza sociale: l’illecito arricchimento. Si è registrata un’attività frenetica nella sezione fallimentare del tribunale di Cosenza che è strettamente collegata al lavoro svolto dalla procura, diretta dal procuratore capo Mario Spagnuolo. È vero che la droga scorre a fiumi nell’area urbana, ma non si sottovalutano altri reati: dall’evasione fiscale alla bancarotta.

La procura di Paola, infine, prosegue l’attività giurisdizionale tenendo un occhio sempre attento alle dinamiche criminali. Le tensioni registrate a Cetraro sono un campanello d’allarme per tutti. La polizia giudiziaria rimane vigile e determinata a ricostruire quanto avviene dal punto di vista illecito nella costa tirrenica. In provincia di Cosenza, dunque, si lavora sotto traccia senza nessun trionfalismo.