Era già stato fissato un tavolo istituzionale per discutere delle problematiche emerse nel cantiere dell’Ospedale unico della Sibaritide, ma l’incontro è saltato. A farlo slittare, secondo quanto riportato dalla CUB Calabria, sarebbe stata la decisione autonoma dei lavoratori coinvolti, i quali speravano di poter risolvere direttamente con l’azienda le rispettive posizioni. Tentativo che, tuttavia, non avrebbe prodotto i risultati sperati. Ora, la CUB – Confederazione Unitaria di Base – torna a sollecitare con forza un intervento urgente delle istituzioni. In una nota ufficiale inviata alla Prefettura di Cosenza, all’Ispettorato del Lavoro e a vari referenti tecnici e istituzionali coinvolti nel progetto ospedaliero, si parla di una «grave criticità sindacale, occupazionale e sociale» all’interno del cantiere. Stando a quanto riferito dal sindacato, attraverso il coordinatore provinciale Bruno Graziano,  alcuni lavoratori sarebbero stati penalizzati unicamente per la loro adesione alla CUB. Tra le presunte violazioni segnalate ci sarebbero: esclusioni dai rinnovi contrattuali, pressioni psicologiche e inviti non richiesti a dissociarsi dalla sigla sindacale, ferie imposte senza possibilità di scelta.

Secondo la CUB, mentre questi operai venivano messi da parte, altri lavoratori – in particolare trasfertisti e non locali – continuavano a lavorare regolarmente, accumulando persino ore di straordinario. Questo comportamento, sempre secondo quanto denunciato, avrebbe l’effetto di escludere le maestranze locali, le quali possiedono comunque esperienza e professionalità acquisite sul campo. La situazione descritta nella lettera inviata agli enti competenti lascia intendere un clima di tensione crescente, dove l’organizzazione del lavoro sembrerebbe favorire sistematicamente una parte del personale, marginalizzandone un’altra in base all’appartenenza sindacale. La CUB parla di «chiara natura discriminatoria» e invita le istituzioni ad agire.

L’organizzazione sindacale cita anche l’articolo 29 del D.Lgs. 276/2003, che attribuisce al committente pubblico il compito di vigilare sul rispetto delle regole da parte delle imprese appaltatrici. In tal senso, viene chiamata in causa la Regione Calabria, con una richiesta esplicita di verifica e intervento, anche per garantire la correttezza delle pratiche contrattuali e di sicurezza nel cantiere. Da qui la richiesta di una nuova convocazione urgente, da tenersi a stretto giro, per affrontare apertamente le questioni rimaste irrisolte. Nel caso in cui non dovesse arrivare un riscontro immediato, la CUB annuncia l’intenzione di promuovere forme di protesta, come un presidio permanente davanti al cantiere.

L’obiettivo dichiarato è quello di rivendicare diritti che, secondo i lavoratori e la sigla sindacale, sarebbero stati ignorati o elusi. Il tema tocca nodi delicati: il rispetto delle libertà sindacali, l’equità nei rapporti di lavoro e la trasparenza nell’assegnazione dei turni e delle mansioni in un cantiere finanziato con fondi pubblici. La vicenda, al momento, è nelle mani delle istituzioni.