L’indagine della procura di Palermo tocca il settore della Sanità. Sono 18 le richieste di applicazione della misura degli arresti domiciliari. L’ex deputato cosentino sarà interrogato l’11 novembre. Ecco i dettagli della vicenda giudiziaria
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Figura anche Ferdinando Aiello, 53 anni, cosentino originario di Rogliano ed ex deputato del Partito Democratico, tra gli indagati della maxi inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo e condotta dal Ros dei Carabinieri, che ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per 18 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Aiello risulta coinvolto nell’indagine in qualità di consulente della società Dussmann Service S.r.l., impresa al centro del presunto sistema di appalti pilotati nella sanità siciliana e in altri settori pubblici.
Il contesto investigativo
L’inchiesta, diretta dal procuratore capo Maurizio de Lucia, avrebbe ricostruito – secondo l’impianto accusatorio – un articolato meccanismo di favori, mediazioni e scambi di utilità che avrebbe condizionato, per anni, l’aggiudicazione di contratti e incarichi pubblici in diversi enti regionali. Il modello di gestione contestato si sarebbe retto su un asse politico–amministrativo consolidato, capace di muoversi attraverso pressioni, raccomandazioni e rapporti preferenziali con i vertici delle aziende sanitarie.
Le accuse principali riguardano l’appalto per i servizi di ausiliariato e supporto bandito dall’Asp di Siracusa, nel quale sarebbero intervenuti l’allora direttore generale Alessandro Maria Caltagirone, l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, il deputato nazionale Saverio Romano (Noi Moderati), Antonio Abbonato, Sergio Mazzola, Mauro Marchese e Marco Dammone, dirigenti e funzionari della Dussmann Service, e appunto Ferdinando Aiello, in qualità di intermediario.
Aiello “intermediario”
Secondo la Procura, Caltagirone, nella sua veste di pubblico ufficiale, avrebbe agito «in esecuzione di un medesimo disegno criminoso» avallato da Cuffaro, che ne avrebbe sponsorizzato la nomina alla guida dell’azienda sanitaria, con la collaborazione di Aiello, Abbonato e Romano, incaricati di gestire i rapporti con la controparte imprenditoriale. A loro si sarebbero aggiunti Marchese e Dammone, che – in rappresentanza della Dussmann – avrebbero offerto ai pubblici ufficiali assunzioni, contratti, subappalti e vantaggi economici. In cambio, i dirigenti pubblici avrebbero compiuto atti contrari ai propri doveri per agevolare l’azienda tedesca nella procedura di gara.
Il ruolo della Dussmann Service
L’accordo illecito avrebbe avuto un obiettivo preciso: turbare il regolare andamento della gara e garantirne l’aggiudicazione alla Dussmann Service. Tale interferenza si sarebbe concretizzata, sempre secondo l’accusa, in una serie di intese riservate e interventi diretti sui funzionari dell’Asp di Siracusa, grazie alle pressioni esercitate da Aiello, su mandato di Cuffaro e Romano, nei confronti di Caltagirone. Quest’ultimo, approfittando del suo ruolo dirigenziale, avrebbe a sua volta condizionato la responsabile unica del procedimento Giuseppa Di Mauro e i membri della commissione aggiudicatrice, composta da Paolo Bordonaro, Paolo Emilio Russo e Vito Fazzino, affinché l’appalto venisse assegnato all’impresa favorita.
Il quadro delineato dagli inquirenti parla di una rete di collusioni e promesse corruttive: Cuffaro e Romano avrebbero garantito appoggi politici e assunzioni di personale segnalato, mentre Aiello, in qualità di mediatore, avrebbe gestito i contatti operativi tra l’azienda privata e i pubblici ufficiali. Il tutto, secondo quanto emerge dagli atti, si sarebbe concretizzato anche attraverso l’impegno della Dussmann a concedere subappalti a imprese riconducibili agli stessi indagati e a incrementare il volume di lavoro della Euroservice S.r.l., società amministrata da Mazzola, presentato agli imprenditori come “amico personale” di Romano.
La turbativa d’asta
In un secondo segmento dell’inchiesta, la Procura contesta agli stessi indagati una turbativa d’asta aggravata, con l’accusa di aver manipolato, mediante promesse e collusioni, l’iter della gara “ponte” della stessa Asp. Secondo quanto ricostruito, Russo, Bordonaro, Fazzino e Di Mauro, in concorso con i vertici politici e imprenditoriali già menzionati, avrebbero fittiziamente rinviato la seduta di gara prevista per il 31 luglio 2024, redigendo un verbale ideologicamente falso, al solo scopo di attendere la conferma del buon esito delle intese corruttive raggiunte nei giorni precedenti.
Nel mirino anche il Consorzio di Bonifica Occidentale della Regione Sicilia
Ma le ipotesi d’accusa non si fermano qui. In un ulteriore capo d’imputazione, la Procura palermitana chiama in causa Roberto Colletti, commissario straordinario e poi direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, e Antonio Iacono, direttore dell’U.O.C. “Trauma Center” e presidente della commissione esaminatrice di un concorso per operatori socio-sanitari. Entrambi avrebbero accettato favori, promesse e sostegno politico da Cuffaro e Vito Raso, uomo di fiducia dell’ex governatore, in cambio della manipolazione delle prove concorsuali. Cuffaro, secondo l’accusa, avrebbe così consolidato il proprio potere di influenza sulle nomine sanitarie regionali.
L’inchiesta si estende anche al Consorzio di Bonifica Occidentale della Regione Sicilia, dove il direttore generale Giovanni Giuseppe Tomasino avrebbe ricevuto somme di denaro dall’imprenditore Alessandro Vetro, rappresentante della M.G.V. Costruzioni, tramite Cuffaro e il deputato regionale Carmelo Pace, affinché le imprese vicine al gruppo ottenessero vantaggi e priorità negli appalti futuri.
La presunta associazione a delinquere
Il capitolo conclusivo dell’impianto accusatorio riguarda il presunto sodalizio criminale stabile, descritto come una «rete di influenza politico-affaristica» in grado di condizionare concorsi, gare e nomine pubbliche. Secondo la Procura, Cuffaro ne sarebbe stato il vertice operativo, avvalendosi della collaborazione di Pace, Raso e Abbonato, con il compito di gestire le relazioni e di mediare con imprenditori interessati a ottenere favori o appalti. L’organizzazione avrebbe agito con una precisa divisione di ruoli: Cuffaro come referente politico e promotore delle nomine, Pace come coordinatore nei contatti istituzionali, Raso come emissario operativo e Abbonato come intermediario esecutivo.
Gli indagati compariranno tra l’11 (Aiello si presenterà assistito dall’avvocato Enzo Belvedere) e il 14 novembre davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo per rendere interrogatorio di garanzia. Al termine dello stesso, il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta della procura di Palermo.
La nota della Dussmann
Intanto, attraverso una nota, arriva il commento della società: «Relativamente alle notizie di stampa, Dussmann si dissocia in maniera energica dai fatti riportati e assicura alle autorità competenti la massima collaborazione nelle indagini».
«Riteniamo, inoltre, opportuno fornire alcune precisazioni – prosegue –. A Dussmann non è stato notificato alcun atto inerente alle indagini in corso. Dussmann adotta da sempre rigidi standard di comportamento etico, trasparenza e conformità alle normative vigenti, in linea con il proprio Codice di Condotta e con le policy internazionali di Compliance & Integrity. Dussmann ribadisce la propria assoluta estraneità a qualsiasi condotta illecita e la piena fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine».
«Dussmann – conclude la nota – continuerà a operare con la consueta correttezza e professionalità, confermando il proprio impegno a mantenere i più alti standard di legalità e integrità nella gestione di tutti i rapporti con enti pubblici e privati».

