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Il portafogli con una banconota da un dollaro all’interno, il tappetino della Maserati, frammenti di ossa Sono i reperti del caso di Bergamini finiti in mano al Ris nel 2011 e poi rimasti lì in uno scatolone per undici anni. Poco fa il pm Luca Primicerio ne ha chiesto l’acquisizione durante il processo a carico di Isabella Internò.
Nell’elenco figurano anche la catenina di Denis e l’orologio Seiko che aveva al polso la sera del 18 novembre, oltre ovviamente alle scarpe modello Tod’s che si ritiene avesse ai piedi. In questo momento il pm, avvocati difensori e parti civili sono riuniti attorno al tavolo del presidente della Corte per aprire lo scatolone e mettere a verbale tutto ciò che sta dentro.
Processo Bergamini, le scarpe di Denis
Le scarpe che Bergamini calzava la sera della tragedia, sono le stesse finite poi in mano ai suoi familiari e acquisite ora agli atti del processo? No secondo Adelina Romano. Quelle scarpe le avrebbe prelevate suo marito Mimmolino Corrente, all’epoca magazziniere del Cosenza calcio, dall’abitazione di Città 2000 che Denis condivideva con il compagno di squadra Michele Padovano, per consegnarle poi come ricordo alla famiglia. «Gliele fece avere tramite Roberto Ranzani» ha precisato, ovvero il direttore sportivo anche lui emiliano d’origine.
Di tutt’altro tenore il racconto di Natalina Rende, sorella di Alfredo, un altro magazziniere. La donna, infatti, sostiene che fu suo fratello a prendere le scarpe dall’ospedale di Trebisacce il giorno dopo il dramma. Nel 2012 ne parlò in termini di probabilità ma senza certezze, poco fa in aula è stata più perentoria: «Erano per terra in obitorio, vicino al corpo». Le scarpe, a suo dire, sarebbero rimaste parecchi mesi nell’auto di Alfredo che a fine campionato contava di darle ai familiari di Denis. «Me le mostrò una sola volta dicendomi: ti sembrano scarpe indossate in una sera di pioggia?».
Purtroppo sia Alfredo che Mimmolino non possono confermare né smentire: il 4 giugno del 1990, infatti, entrambi muoiono in un incidente stradale sulla Ss 106, di ritorno da una trasferta, anche loro nello scontro con un camion. Per anni si è adombrato un collegamento tra i due casi, ma non c’è dubbio che la morte dei due magazzinieri sia stata una fatalità determinata da un colpo di sonno improvviso del povero Rende.
Processo Bergamini, la relazione con Isabella Internò
«Denis era molto innamorato di Isabella, era anche geloso. Il loro era un rapporto forte, litigioso, frizzantino, come quello fra due ragazzi». Carla Crispino infrange un tabù, e da una posizione privilegiata in tema di ricordi, descrive la relazione fra Bergamini e la Internò in termini molto diversi dalla narrazione accusatoria.
La donna era all’epoca fidanzata con il calciatore Daniele Simeoni, conterraneo di Denis, e le due coppie si frequentavano spesso a Cosenza, almeno fino al 1987, quando Simeoni si trasferisce altrove. «La nostra relazione però è andata avanti fino al 1989, io andavo su da lui in estate e mi capitava spesso di incontrare Denis. Era naturale che gli chiedessi di Isabella, e da lui ho sentito sempre parole carine su di lei. Diceva spesso: è bella come il sole».
Su richiesta del giudice a latere Marco Bilotta, la testimone ha poi fissato questo ricordo, in termini di certezza, all’estate del 1988, ma di tutto ciò che ha raccontato poco fa in aula non v’è traccia nell’interrogatorio da lei reso alla pg nel 2017. Perché? «Forse in quella sede l’ho presa sottogamba, ma qui in tribunale ho detto tutto ciò che so» ha puntualizzato poi la Crispino, “resistendo” poi al controesame dell’avvocato Anselmo che ha insistito molto sul tema.
Al riguardo, i difensori dell’imputata hanno evidenziato che in quel verbale sono trascritte, come al solito, le risposte ma non le domande. Prossima udienza il 26 settembre, lo stop causa elezioni è stato infatti scongiurato. Riguarderà solo i processi in Corte d’appello.