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Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Antonio Quintieri, difensore di Francesco Mosciaro, coinvolto nell’operazione Recovery.
Mosciaro, secondo la Dda di Catanzaro, avrebbe avuto il ruolo di partecipe nel presunto sottogruppo dedito al narcotraffico riconducibile al duo Antonio Illuminato-Carlo Bruno. Tuttavia, la Cassazione aveva annullato con rinvio l’ordinanza del primo Riesame, disponendo un nuovo esame.
Per i giudici cautelari, non emergono elementi «che consentano di affermare l’intraneità del ricorrente al contesto associativo delineato al capo 1 dell’imputazione provvisoria».
Rispetto all’analisi del contenuto delle intercettazioni, il Riesame di Catanzaro ritiene che non si evince «l’affecio societatis che, in un’ottica associativa, dovrebbe connotare l’apporto di Mosciaro, giacché il contenuto economico delle transazioni non è indice del fatto che Mosciaro costituisse un acquirente stabile e fondamentale per l’associazione, tale per cui l’eventuale mancanza degli acquisti da parte del ricorrente avrebbe potuto determinare un momento di fibrillazione per la consorteria; né che Mosciaro fosse consapevole di acquistare lo stupefacente per conto del sodalizio e di contribuire, mediante l’attività di spaccio, ad immettere sul mercato la droga venduta dal “sistema”».
Il Riesame ha pertanto rimesso in libertà Francesco Mosciaro, non ritenendo attuale il requisito del pericolo della reiterazione del reato, in ordine all’episodio contestato in un capo d’accusa, per il quale esiste la gravità indiziaria.