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La sentenza del processo “Crimine” spiega la scala gerarchica della ‘ndrangheta. Oggi, secondo gli studiosi, è la più potente organizzazione criminale del mondo. Una mafia che nel corso degli anni ha preferito inabissarsi, entrando nell’imprenditoria e negli apparati dello Stato, rispetto alla strategia stragista posta in essere da Cosa Nostra. La ‘ndrangheta, inoltre, usa la forza d’intimidazione del vincolo associativo per scippare l’attività commerciale, che in quel momento presenta una massa debitoria pesante, ripianando tutto. Poi acquisisce il controllo totale dell’industria con persone presentabili, ma in realtà contigui al “sistema mafioso”.
Quel che colpisce, però, è la struttura verticistica della ‘ndrangheta, che segue regole ben precise e rispettate da tutti gli affiliati. Ci sono i “custodi delle regole” e i capi supremi. Un’associazione che, alla lunga, mantiene una forte aderenza sul territorio nonostante arresti e pentimenti. La ‘ndrangheta, dunque, sa come muoversi per rigenerarsi e sa come eludere i controlli relativi al traffico di droga. Qualsiasi carico di stupefacenti sequestrato dalle forze dell’ordine non è quasi mai la totalità della droga che riesce a passare nei vari porti, tipo quello di Gioia Tauro.
Le “doti” della ‘ndrangheta
Nell’operazione “Rinascita-Scott”, sono riportate le “doti” degli ‘ndranghetisti. «“La “dote” o “Grado” o “fiore” definisce la collocazione nella gerarchia di ciascun affiliato, esplicativa del “valore” del sodale all’interno della compagine: man mano che il “valore” aumenta, cresce la dote stessa e l’affiliato acquista un grado superiore. Sono le seguenti, di seguito meglio analizzate: “giovane d’onore”, “picciotto d’onore”, “camorrista”, “sgarrista” o “camorrista di sgarro”, “santista”, “vangelo”, “trequartino”, “quartino” e “padrino”.
Come si entra a far parte della ‘ndrangheta?
«Si entra a far parte della ‘ndrangheta (o, per dirla in gergo mafioso, si viene “battezzati”) con un rito preciso, che può avvenire automaticamente, se si tratta di un figlio di un esponente dell’organizzazione, oppure con un giuramento. Tramite tali rituali, il “giovane d’onore” diventa “picciotto” e così via nel prosieguo del conferimento delle doti. La carica è la funzione che il singolo affiliato svolge all’interno di una struttura di ‘ndrangheta e l’attribuzione delle cariche è collegata al possesso di uno specifico grado o dote» si legge nell’ordinanza.
Le “doti” della “società maggiore”
Nell’ordinanza è descritta infine cos’è la “Santa”: «La santa è la prima dote con cui si è ammessi afar parte della società maggiore; salendo di grado si incontra il Vangelo; Sovraordinata a quest’ultima è la dote del trequartino; Quindi vi è il quartino; infine il padrino. Da alcune conversazioni intercettate emerge che alcuni degli affiliati alla ‘ndrangheta detengano delle doti superiori a quella di padrino».