Gli imprenditori di San Pietro in Guarano, Mariano e Francesco La Cava,  sono stati assolti in un processo che li vedeva sotto accusa per presunte irregolarità di carattere edilizio e reati in materia di smaltimento di rifiuti. Si tratta di una vicenda che il 14 settembre 2020 aveva determinato il sequestro preventivo delll’allevamento “Di Casa La Cava”, specializzato in razze pregiate di cani da caccia, operato dalla Sezione locale dei carabinieri forestale. L’ipotesi, infatti, è che i rifiuti smaltiti in modo fraudolento fossero proprio i reflui dei cagnolini. Cinque anni dopo, però, la sentenza emessa ieri dal Tribunale penale di Cosenza ha sancito l’assoluzione piena dei due imputati. 

All’epoca, il sequestro della struttura era stato annullato dopo un mese dal Tribunale del Riesame di Cosenza e, due anni più tardi, iniziava in aula la fase dibattimentale che vedeva dipanarsi nel corso degli anni diversi testimoni.

L’epilogo del processo era coinciso anche con la maturazione del tempo di prescrizione dei reati, ovvero contravvenzione edilizia e gestione di rifiuti non autorizzata, ma in discussione, l’avvocato Nicola Agrelli del Foro di Cosenza, difensore di fiducia dei La Cava, pur consapevole della maturata causa di estinzione del reato, ha argomentato spiegando le ragioni dell’insussistenza dell’accusa mossa ai suoi assistiti, sia perché le ipotizzate irregolarità edilizie sono state oggetto di sanatoria, sia perché in dibattimento sono emersi elementi tali da non consentire di riconoscere la responsabilità penale dei suoi assistiti in ordine al reato ambientale.

Agrelli ha concluso, quindi, chiedendo una sentenza di assoluzione del merito e il giudice Castiglione, al termine della camera di consiglio, non si è arresa ad una scontata sentenza dichiarativa della prescrizione ed è entrato nel merito del processo, accogliendo le tesi del difensore e ha pronunciato una sentenza di assoluzione piena per entrambi gli imputati per non aver commesso il fatto, riservando la motivazione in sessanta giorni.