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Alla fine è franata. Di nuovo. E «per un pelo non si è sfiorata la tragedia», commenta Nicola Abruzzese, referente del comitato cittadino sulla viabilità comunale e provinciale e autore del video che documenta quanto avvenuto ieri sulla strada provinciale 260, nel territorio di Scala Coeli.
Interdetta al traffico ormai da 17 anni, oggi è completamente abbandonata. «Dalla chiusura non è più stata fatta nessuna manutenzione», denuncia Abruzzese. E il risultato è quello che si vede oggi: un intero pezzo di strada finito a valle, lasciando «un cratere» laddove una volta scorreva il nastro d’asfalto che da Cariati portava a San Giovanni in Fiore e viceversa, passando per Scala Coeli.
È andata bene al viaggiatore che ieri percorreva con la sua auto il tratto proprio nel momento del cedimento. La frana, paradossalmente, è stata provvidenziale: «Ha bloccato il burrone sottostante impedendo alla macchina di finire di sotto», spiega Abruzzese.
La storia di questa arteria è la solita fatta di lungaggini e disinteresse da parte delle istituzioni. Ex strada statale 108, è poi passata di mano alla Provincia di Cosenza ed è stato proprio l’ente di piazza XV Marzo a decretare la chiusura di un primo segmento con un’ordinanza datata aprile 2006, in seguito a un primo cedimento. Ordinanza che non è stata l’unica: a questa ne sono infatti seguite una nel dicembre 2012 e un’altra nell’ottobre 2018.
In tutto questo tempo, nessuno ha pensato di mettervi mano per ripristinare la viabilità. Amministrazione dopo amministrazione, tutto è rimasto uguale a 17 anni fa. «È una strada transitata dagli agricoltori e dagli allevatori – sottolinea Abruzzese – che in questa zona hanno le loro attività. C’è almeno una decina di aziende agricole». L’alternativa? Lasciare l’auto lungo la via e proseguire a piedi.
La sp 260 è l’unica strada che collega direttamente Scala Coeli a Terravecchia. L’opzione B è “aggirare l’ostacolo” attraverso Mandatoriccio, finendo sulla 106 a Cariati e da qui risalire, trasformando una distanza di circa 9 chilometri in una di 40.
Tempo fa, gli allevatori della zona si sono autotassati per sistemarla alla meno peggio e avere così la possibilità di raggiungere i propri terreni per accudire gli animali. Lasciati soli, si sono arrangiati. Con tutti i rischi del caso, visto quanto successo in seguito al maltempo di questi giorni.

Sbaglia chi percorre una strada chiusa? Per Abruzzese, di sbagliato c’è prima di tutto non aver sbarrato la strada per impedire fisicamente il transito. «È la norma – dice –, qui invece c’è solo un cartello che nemmeno si vede». Un piccolo rettangolo giallo posto lungo il percorso.
Ma c’è di più: «A circa 700 metri dal centro abitato di Scala Coeli c’è un altro tratto di strada che ha ceduto a novembre – racconta il referente del comitato cittadino –. Anche lì, da allora nessuno ha messo mano. Questo significa che se quel tratto dovesse crollare noi resteremmo isolati».
Inutili sono state, in tutti questi anni, le tante segnalazioni fatte alla Provincia e arrivate fino alla Presidenza del Consiglio e al capo dello Stato. Risposte: nessuna. Il disagio e il pericolo permangono. E la battaglia del comitato va avanti.