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Vicenda giudiziaria complessa quella che vede come imputato un uomo 37enne di Mendicino, Massimo Greco, condannato in primo e secondo grado a 2 anni e 2 mesi di carcere per tentata estorsione aggravata.
I fatti valutati dalla seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione risalgono al dicembre del 2006. L’incidente da cui nasce la vicenda giudiziaria avviene a Torano Castello, dove l’imputato 37enne di Mendicino, Massimo Greco interviene a difesa delle altre persone coinvolte nel sinistro stradale, intimando all’automobilista di sottoscrivere il Cid. Evento che non avverrà per l’intervento del fratello della persona offesa, ovvero un agente di polizia penitenziaria. Succede così che l’uomo di Mendicino viene condannato in primo e secondo grado alla pena di 2 anni e 2 mesi di reclusione, come gli altri tre imputati, per il reato di tentata estorsione aggravata.
Il ricorso in Cassazione
Nel ricorso presentato alla Suprema Corte, gli avvocati dell’imputato, Antonio Quintieri e Matteo Cristiani, avevano tra le altre cose contestato la violazione del principio dell’immutabilità del collegio giudicante. In sostanza, il collegio davanti al quale sono state rassegnate le conclusioni non è lo stesso poi che ha deciso per la condanna dell’imputato di Mendicino. La Cassazione ha annullato senza rinvio con la restituzione degli atti, dando pienamente ragione al collegio difensivo. Al contrario, per gli altri tre imputati, accusati di tentata estorsione aggravata, la condanna è definitiva. (a. a.)