Due procure al lavoro per la morte del giovane cosentino, Gianmatteo Broccolo, deceduto il 10 gennaio 2021, nella stanza della casa di cura “Villa degli Oleandri”, a Mendicino, dove era ricoverato. Vicenda giudiziaria che in primis ha interessato la procura di Cosenza, nella persona del pubblico ministero Margherita Saccà, e successivamente quella di Paola, dopo la trasmissione degli atti all’ufficio inquirente, coordinato dal procuratore capo Pierpaolo Bruni. Le conclusioni delle indagini portano la firma del pubblico ministero Rossana Esposito, a seguito della perizia medico-legale, eseguita dal dottor Silvio Berardo Cavalcanti.

Sotto la lente d’ingrandimento è finito un medico che, secondo il teorema accusatorio, avrebbe rilasciato una prescrizione abusiva di farmaci – oppiacei e benzodiazepine – per uso terapeutico, senza utilizzare il ricettario generale del servizio sanitario regionale o ricettario speciale per la prescrizione degli stupefacenti. Il consulente della procura, al termine dell’ispezione cadaverica, aveva concluso così: «La causa della morte di Gianmatteo Broccolo è riconducibile ad insufficienza neurologica e respiratoria acuta da assunzione di psicofarmaci».

Secondo il medico-legale Silvio Berardo Cavalcanti, l’epoca della morte sarebbe riconducibile tra le 11.45 e 12.25 del 10 gennaio, quando il paziente fu trovato scuro in volto e immobile, disteso sul letto della sua stanza, da uno degli infermieri di “Villa degli Oleandri”, sentito nel corso delle indagini dai carabinieri. Il consulente della procura, inoltre, ha ritenuto un errore non perquisire il ragazzo deceduto, di rientro dall’ospedale di Cetraro, dove fu sottoposto a visita psichiatrica. Broccolo, infatti, aveva addosso diverse scatole di farmaci che potrebbe aver assunto nel corso delle ore che hanno preceduto la sua dipartita. Una morte dunque ancora tutta da chiarire che, per i magistrati, sarebbe avvenuta in conseguenza del primo reato contestato il 7 gennaio ad Amantea.