Lectio magistralis dell’archeologo sui Bronzi di Riace, riflessioni su identità, pace e futuro per studenti e docenti
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I presenti alla Lectio Magistralis del Professore Daniele Castrizio
Ad inaugurare il nuovo anno scolastico al Liceo Classico Bernardino Telesio di Cosenza la lectio magistralis del Professor Daniele Castrizio, un'autorità riconosciuta nel campo dell'archeologia, dello studio della storia e delle monete antiche. Professore Ordinario all'Università di Messina, la sua ricerca si estende a tutto il Mediterraneo, con particolare attenzione alla Calabria, alla Sicilia e alla Magna Grecia. Impagabile e instancabile divulgatore, Castrizio, ha dedicato la sua vita a studiare e valorizzare il nostro patrimonio, a far conoscere il passato che, come ama dire lui, «non è solo un esercizio di memoria, ma un modo per definire chi siamo, per riscoprire noi stessi e il legame profondo con la terra che ci circonda e su cui camminiamo».
Il Prof. Castrizio ha contagiato l’auditorium con la sua la “bronzite”, la malattia che dice di avere da 25 anni. «Più studio i bronzi di Riace e più mi ammalo d’amore e mi sorprendo ogni volta su quanto vogliono comunicarci. A che serve - ha proseguito lo studioso - aprire al pubblico la loro visione se questa si riduce al tempo di un paio di selfie e non la si accompagna alla lettura dell’iconografia, del mito, della chiave poetica che vi è dietro a queste opere».
Castrizio ne ha narrato significati e simboli, perché per fare cultura bisogna spiegare e far comprendere. A disvelare con lui il significato implicito ed esplicito delle due statue greche, Saverio Autellitano, artista digitale e coautore col professore Castrizio del saggio scientifico “Dal mito alla storia, il mistero dei Bronzi di Riace” edito dalla Rubbettino. La platea nutrita dell’auditorium è stata letteralmente rapita dall’oratoria appassionata di Castrizio, il quale ha spiegato come i bronzi siano simbolo di pace, poiché raccontano di come sia fallimentare la guerra tra fratelli così come tra popoli.
Una mattinata ricca che spiega bene la mission di una scuola che seppure nell’aggiornamento continuo rispetto alle sfide del futuro, si muove nel rispetto della tradizione classica, quale strumento per guardare in maniera critica e consapevole alla complessità dei nostri tempi.
«Ha inizio oggi per voi una nuova avventura - ha esordito il dirigente Ing. Domenico De Luca nel suo saluto agli studenti e in particolare alle “matricole” - avete forse anche un po' di ansia per quello che vi aspetta e che vi porterà a scoprire chi siete davvero e cosa potete diventare, tant’è che il filo conduttore delle attività di questo anno di scuola -ha ricordato De Luca - sarà: identità e consapevolezza, l’incessante ricerca del sé e del noi in ogni tempo, e in questa scuola - ha proseguito - potrete trovare gli strumenti, il supporto e i progetti capaci di dar forma a questa nostra visione comune. Una scuola -ha ricordato - che vuole innovarsi nel rispetto delle sue ben piantate radici classiche, che vuole creare benessere guardando all’inclusione, al territorio, all’internazionalizzazione».
De Luca ha fatto riferimento anche alla stretta sui cellulari, già partecipata con articolata circolare sul sito della scuola, «è nel vostro interesse-ha detto- dobbiamo porre un freno all’uso incontrollato di questi strumenti e orientare la vostra concentrazione su traguardi tangibili e perseguibili con il giusto impegno e la giusta determinazione».
Sul palco accanto al dirigente scolastico il vicario prof.ssa Maria Pia Domanico e il secondo collaboratore Prof.ssa Francesca Mastrovito, che assieme a lui hanno dato il benvenuto ai nuovi iscritti e fatto gli auguri di nuovo inizio anno a tutti gli studenti. I veri protagonisti della mattinata inaugurale sono stati gli studenti che si sono esibiti nei loro tanti talenti, dal canto, alla musica, alla recitazione.
Presentata a tal proposito la campagna audizioni delle OTT, le officine teatrali telesiane che ogni anno riportano in vita la civiltà greca; Sofocle, Eschilo ed Euripide con i loro sentimenti, dilemmi, passioni diventano una chiave di lettura della realtà e un'esperienza formativa importante, sintetizzata nella rappresentazione teatrale aperta al territorio oltre che alle scuole, sempre molto apprezzata. «La paura del palcoscenico è una sfida che rafforza la fiducia in sé stessi, sfida vinta da molti ex studenti che oggi studiano e fanno teatro in contesti prestigiosi» a ricordarlo il Prof. Antonello Lombardo, regista delle OTT, affiancato nella rivisitazione e messa in scena delle tragedie dal Prof. Flavio Nimpo.
Non poteva mancare un momento dedicato alla riflessione sulla responsabilità della scuola, oggi più che mai, nel costruire valori quali la pace, la giustizia e la solidarietà. «La guerra ruba il futuro a molti giovani, essere pro Palestina - ha sottolineato il Dirigente De Luca - non significa dunque schierarsi con un popolo e contro un altro, ma contro la guerra che è un fallimento dell'umanità, è distruzione di vite, sogni e speranze».
A far comprendere l'impatto del conflitto sull'istruzione ci ha pensato Nadia Siddique, insegnante di inglese al Cambridge, docente universitaria e giovane studiosa e ricercatrice accademica specializzata nel campo della Linguistica Applicata.
«Se pensiamo che la pace sia possibile - ha chiosato la Siddique - dobbiamo prima di tutto coltivarla dentro di noi e intorno a noi, nella nostra scuola, nella nostra comunità. La conoscenza è il primo passo per costruire la pace. Che questo nuovo anno scolastico sia un'opportunità per tutti noi di diventare costruttori di pace».
Puntuale la riflessione del Professore Leonardo Spataro, sulla ricerca dell’io veicolata dal tu, perché il confronto con l’altro non è mai indolore ne vano. A chiudere la cerimonia il saluto dei rappresentanti degli studenti, di consulta ed istituto, che hanno ribadito la loro disponibilità a farsi da ponte tra l’amministrazione scolastica e la comunità studentesca.