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Un atto d’amore nei confronti della lettura, questo è stato il messaggio di apertura che il presidente della Fondazione Carical, Mario Bozzo ha voluto dedicare ai tanti studenti che sabato hanno riempito il teatro Rendano per la XVII edizione del Premio per la Cultura Mediterranea – Fondazione Carical.
«Il mezzo più veloce che ci porta in terre lontane, sconosciute e ricche è il libro. Legare un libro sulla schiena e studiare, significa preparare, oggi, il proprio avvenire» dice strappando un lungo applauso. È cominciata così la cerimonia della consegna dei riconoscimenti che ogni anno portano a Cosenza grandi nomi della cultura internazionale, scelti dalla giuria composta quest’anno da Mario Bozzo Presidente del Premio, Arnaldo Colasanti critico letterario e scrittore, Paolo Collo Ispanista, traduttore e critico letterario, José Manuel Martín Morán Docente di Lingua e Letteratura Spagnola all’Università del Piemonte Orientale, Karima Moual giornalista La Stampa e la Repubblica, Ayse Saracgil Docente di Lingua e Letteratura Turca all’Università di Firenze.

Coinvolte attivamente, e presenti alla cerimonia, dieci scuole divise tra Calabria e Basilicata che hanno decretato il vincitore della sezione Narrativa giovani, dedicato alle opere d’esordio, incoronando il giornalista e scrittore palermitano Giovanni Di Marco autore del romanzo “L’avversione di Tonino per i ceci e i polacchi”, edito da Baldini + Castoldi, duro atto d’accusa nei confronti del clero colpevole di coprire gli abusi sui minori.
Viaggio nel Mediterraneo
Il tema scelto dalla Fondazione quest’anno è stato il viaggio, con un focus proprio sul Mediterraneo, bacino scaldato da polemiche che riguardano le politiche dell’immigrazione, fiamme ancora vive e motivi di scontro tra Paesi. Presentata dalla giornalista Laura Chimenti, e accompagnata dalla splendida voce di Pasquale Anselmo (in foto), tra i doppiatori più famosi d’Italia e cosentino doc chiamato a recitare alcuni passi, la cerimonia ha svelato i nomi del vincitori di quest’anno.
I premiati
Per la sezione Società Civile “Giustino Fortunato” è stato premiato Mahi Binebine (scrittore e pittore marocchino); per la Sezione Scienze dell’Uomo “Luigi De Franco” il riconoscimento è stato consegnato a Cristiana De Filippis (matematica); per la Sezione Narrativa “Saverio Strati” (4 le opere finaliste) a vincere è stata la scrittrice francese Stéphanie Coste con il romanzo “Lo scafista” (La Nave di Teseo); per la Sezione Traduzione il premio è andato a Barbara La Rosa Salim. Il Premio Speciale Fondazione Carical al ballerino e coreografo di fama internazionale, Paolo Mangiola, oggi direttore artistico di ŻfinMalta Dance Ensemble, compagnia nazionale maltese di danza contemporanea.
La lotta, l’immigrazione e i nuovi “mostri”
«Ho voluto indagare su come si crea un mostro – ci ha detto la scrittrice Coste, che nel suo romanzo parte dal punto di vista di uno scafista senza scrupoli per poi condurre un’indagine sulla coscienza dell’uomo -. È un’operazione non nuova nella letteratura, ma che reputo molto interessante. In genere questo argomento è affrontato dal punto di vista delle vittime, invece io ho cercato di ribaltare il punto di vista». Sulle politiche dell’immigrazione e sulle “scintille” che spesso volano sul tema tra Italia e Francia, elegantemente glissa. «Non sono una giornalista, ma una scrittrice. Dei rapporti tra i Paesi preferisco non parlarne».
Mahi Binebine, autore e pittore marocchino, parla della grande tragedia che ha colpito il suo Paese qualche settimana fa, il terremoto devastante che ha mietuto migliaia di vittime. «Ero a Londra – ci racconta – e sono stato al telefono tutta la notte con mia figlia, è stata lei ad avvertirmi. Mi sono mosso immediatamente per dare il mio contributo». Sulla solidarietà dimostrata da tanti Paesi, allarga un sorriso. «Sentirci tutti uniti sempre? Sarebbe un sogno!». Sul suo mestiere di scrittore spiega che è un dovere «scrivere vuol dire raccontare la mia storia a chi non lo conosce. E noi scrittori del Sud del mondo abbiamo tanti temi da trattare: il terrorismo, l’immigrazione, gli abusi di potere, abbiamo molta carne al fuoco. Nei nostri Paesi la letteratura deve avere una funzione sociale, anche se a me piacerebbe scrivere dei fiori».