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A Rende si parla il dialetto: è stato siglato l’accordo tra l’amministrazione comunale e l’Università della Calabria, e in particolare con il laboratorio di Fonetica, struttura afferente al Dipartimento di Culture, Educazione e Società (DiCES), su proposta del suo responsabile scientifico, il professor Luciano Romito, per realizzare il progetto “Dialectus – territorio rendese”.
«La proposta di conservazione e salvaguardia del dialetto rendese – si legge in una nota del Comune di Rende – avrà come finalità la costituzione di un modello innovativo di analisi, ricerca e divulgazione, in seguito a un lavoro di reperimento del materiale sonoro esistente e la stima della vitalità e la specificità del dialetto rendese, per approdare alla creazione di un archivio sonoro e un portale dedicato in cui si potranno creare dei percorsi della memoria personalizzati».
«L’auspicio – prosegue – è che questo progetto pilota divenga buona pratica per l’intero territorio regionale: è attraverso la salvaguardia e la ricerca delle nostre radici che possiamo salvaguardare il nostro patrimonio identitario. L’idea è che attraverso i più moderni principi dell’e-learning si valorizzerà il patrimonio culturale attraverso il recupero delle fonti orali allo scopo di preservare il dialetto e di rivalutarlo come risorsa espressiva nuova, non subordinata alla lingua italiana».
«Un progetto di grande valenza culturale: la riscoperta del dialetto rendese e di conseguenza il recupero e la valorizzazione degli usi e tradizioni del territorio rendese – conclude il Comune – significa valorizzare il nostro territorio anche attraverso il recupero delle tradizioni locali e della cultura materiale e immateriale del passato. Per questo riteniamo che la proficua collaborazione con l’Università della Calabria sia fondamentale per sostenere e sviluppare una nuova narrativa della nostra regione».