Undici miliardi e 363 milioni di euro in meno al Sud per opere finanziate o finanziabili con i fondi del Pnrr-Pnc. Un vero e proprio salasso per la Calabria che ha perso i 9,4 miliardi di euro di investimenti previsti per l’alta velocità ferroviaria. Via dalla programmazione del Governo anche i lavori per il raccordo autostradale Bari-Bari Nord (1 miliardo) e il nuovo collegamento Palermo-Catania (500 milioni). Numeri che fanno male evidenziati dal Rapporto intermedio sulle infrastrutture presentato in commissione Trasporti alla Camera dei deputati. Nel 2024 il Piano nazionale di ripresa e resilienza insieme al Piano nazionale complementare prevedeva opere per 82,8 miliardi. A maggio del 2025 il ministero delle Infrastrutture ha deciso l’aggiornamento della programmazione economica tagliando più di 11 miliardi e azzerando i 3 progetti da realizzare in Calabria, Sicilia e Puglia per limitate “capacità realizzative”.

Alta velocità Salerno-Reggio Calabria: i motivi del definanziamento

L’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, e non è certo notizia di oggi, non si farà con il Pnrr e neppure con i 30 miliardi del Piano nazionale complementare. Era prevista fino a pochi mesi fa. Poi lo stop e la cancellazione. Nel rapporto presentato alla Camera - elaborato dal Servizio Studi di Montecitorio in collaborazione con l’Anac e con il Centro ricerche e servizi di mercato per le costruzioni e l’edilizia - l’opera viene fatta rientrare in altri e non meglio specificati “capitoli di bilancio”. Il de-finanziamento di “alcuni lotti della fase prioritaria della nuova linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria” sarebbe stato deciso, è scritto nel report presentato a Montecitorio, perché l’opera “non è più considerata strategica” e perché “parte degli investimenti” originariamente previsti per la sua realizzazione “non risultano” neppure “confermati”.

Sud e Calabria arretrano sulla mobilità

Nove miliardi e 400 milioni di euro non sono una cifra da nulla. Avrebbero contribuito a ridurre il gap con le altre regioni italiane dotate di una rete ferroviaria veloce e moderna. Sulla mobilità il Sud e la Calabria arretrano. La somma era disponibile ed è stata azzerata. Calabria, Sicilia e Puglia hanno pagato lo scotto di una criticità ben evidenziata nelle pagine del Rapporto intermedio sulle infrastrutture, quella della “capacità realizzativa”. I progetti sono ministeriali, sono realizzati con grandi gruppi e la rete ferroviaria è una infrastruttura strategica nazionale: non si comprende se il nodo della “capacità realizzativa” sia di ordine tecnico o politico.

Senza investimenti il gap tra Nord e Sud su mobilità e trasporti è destinato a crescere

In Italia andamento lento per le opere pubbliche

Nella ricerca, la ricognizione sullo stato delle opere nel 2025 evidenzia che il Sud e le Isole hanno raccolto solo il 38% degli investimenti del Pnrr-Pnc per un valore di 27,3 miliardi di euro contro il 62% di finanziamenti diretti verso le regioni del Centro e del Nord, che si sono visti cantierare opere per un valore di 42,4 miliardi di euro. La fetta più grossa di investimenti oggetto di analisi del Report riguarda la rete ferroviaria con progetti per 43,4 miliardi. Per strade, autostrade, trasporto pubblico locale, porti, interporti e aeroporti sono stati stanziati 26,2 miliardi. Un miliardo e 900 milioni andranno ad infrastrutture idriche, ciclovie ed edilizia pubblica. L’Italia si conferma un paese a più velocità con tempi di realizzazione delle opere ancora fuori scala: 8 anni e 4 mesi in media per terminare i lavori, 3 anni e 5 mesi per realizzare una ciclovia, 13 anni e 4 mesi per costruire un’infrastruttura ferroviaria.