Un evento che invita non a osservare, ma a vivere. A toccare, ascoltare, impastare, intrecciare, danzare.
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Dal 7 al 10 agosto il Castello dell’Arso si trasforma in uno spazio vivo e sensibile. Torna con la sua sesta edizione il Mo’ Mo’ Festival, esperienza culturale e sensoriale che fonde arte, identità, tradizione e corpo. Un evento che invita non a osservare, ma a vivere. A toccare, ascoltare, impastare, intrecciare, danzare.
Promosso dall’ideatrice e direttrice Giulia Mascaro con il supporto del Comune di Mandatoriccio e numerosi partner locali, tra cui Amarelli, Tenuta Iuzzolini, Confartigianato e Perla di Calabria, il festival trasforma il Castello normanno del 1100 in un laboratorio esperienziale a cielo aperto.
Workshop, laboratori e saperi condivisi
Dentro le mura storiche si apprende e si crea. Tessitura, serigrafia, ceramica, libbani intrecciati, scrittura creativa, meditazione e persino un laboratorio gratuito di focaccia barese: ogni gesto è un rito collettivo, un sapere da tramandare. Spazio anche a performance con il corpo, come il body painting e i massaggi sotto gli ulivi.
Una line up musicale tra radici e sperimentazione
Non solo laboratori: la musica anima ogni tramonto e accende ogni sera. Tra i protagonisti: Carmina, Poppy Whispers, Gino Pezzi, Tai Paz, Armonika, QOA, Primeiro, Gregory Pearce e Drugo. A impreziosire il cartellone anche i podcast dal vivo di ArteSettima e performance live di danza, teatro e poesia.
Una comunità in ascolto della terra
Kundalini Energetic Flow, orti sonori, incontri enogastronomici e momenti di ascolto: il Mo’ Mo’ è anche spiritualità laica, ricerca del benessere, scoperta delle proprie radici e rispetto per il territorio. Un festival che mette al centro il gesto, la relazione e il tempo lento.
Una destinazione, un’esperienza
Dal frantoio alla cappella, dagli spazi voltati alla terrazza panoramica, ogni angolo del Castello dell’Arso sarà coinvolto. Un invito a lasciarsi attraversare e a partecipare con il corpo e con il cuore.