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Una casalinga insospettabile è stata arrestata a Brescia con l’accusa di spaccio di cocaina. Viveva in un appartamento in via Milano e secondo gli investigatori, da tempo aveva trasformato la sua abitazione in una centrale dello smercio di droga, ricevendo decine di clienti ogni settimana. Nessun comportamento sospetto, nessuna attività all’esterno: tutto avveniva tra le mura domestiche, grazie a un sistema collaudato e discreto.
La donna, di origini colombiane, operava senza mai allontanarsi da casa: riceveva le ordinazioni per telefono, poi attendeva i clienti che suonavano al citofono. A quel punto, preparava e consegnava la dose direttamente in casa, gestendo ogni fase dello spaccio in modo autonomo e silenzioso. Una routine che ha insospettito gli agenti della polizia, che da settimane tenevano sotto controllo i suoi movimenti e il via vai davanti all’ingresso del condominio.
Nei giorni scorsi, il blitz. Gli investigatori sono intervenuti subito dopo l’ennesima consegna, bloccando la donna e facendo scattare una perquisizione personale e domiciliare. All’interno dell’appartamento, gli agenti hanno trovato svariate dosi di cocaina già pronte per la vendita, oltre a un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento e circa 1.500 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio. Sequestrati anche numerosi telefoni cellulari, utilizzati per gestire i contatti con la clientela.
La donna è stata arrestata e condotta davanti al giudice per il processo per direttissima. L’arresto è stato convalidato e il magistrato ha disposto per lei il divieto di dimora in tutta la Lombardia, provvedimento che sarà seguito dal rimpatrio forzato in Colombia.
Gli inquirenti ritengono che l’attività andasse avanti da tempo e che il numero dei clienti fosse elevato. Un piccolo “giro” criminale, ma ben strutturato, e difficile da individuare proprio per la discrezione con cui veniva condotto. Un caso emblematico di come lo spaccio di droga, anche lontano dai classici luoghi di degrado o dalle piazze di spaccio, possa radicarsi nella quotidianità di contesti apparentemente normali.
L’indagine, condotta dagli uomini della Questura di Brescia, si inserisce in un più ampio monitoraggio del territorio volto a contrastare le forme di microcriminalità legate al traffico di stupefacenti, che sempre più spesso avviene in modo silenzioso e mimetizzato. Non è escluso che nelle prossime settimane possano emergere ulteriori sviluppi legati alla rete di contatti della donna e ai fornitori della droga.